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domenica 24 aprile 2011

Buona Pasqua

Carissime amiche, mille auguri per una Pasqua serena con le nostre famiglie e i nostri adorati libri. In questo periodo sto leggendo moltissimo, grazie anche a numerosi viaggi in treno .... Di Elisabeth George ho letto "In presenza del nemico" e devo dire che forse è uno dei gialli di questa scrittrice che mi è piaciuto di più. Ho poi letto l'interessante libro di cui ci aveva parlato Gloria, "La libreria del buon romanzo" di Laurence Cossè. E' stata una lettura veramente piacevole! Originale l'idea di una libreria, forse un pò di elite, ma dove puoi trovare solo libri di spessore e non paccottiglia. Sicuramente è difficile dire cosa è veramente valido e cosa no e forse non è nemmeno giusto, quante volte nelle nostre discussioni abbiamo ad esempio avuto idee diametralmente opposte su alcuni romanzi. Certo è che sarebbe bello poter esercitare questa scelta spinti veramente dal proprio gusto e non dalle pressioni dei media e delle Case Editrici e quindi mi piacerebbe entrare in una libreria dove non sei sommerso in prima battuta dai libri sponsorizzati che molte volte si sono rivelati una delusione. Ho poi concluso la lettura del secondo libro di Benedetto XVI° su Gesù di Nazaret. Non è stata semplicissima, è un libro molto bello e profondo, ma non di facile comprensione rispetto al primo che era già più accessibile. Ho poi letto "Sarà vero: la menzogna al potere", un saggio di Errico Buonanno su "falsi, sospetti e bufale che hanno fatto la storia". Scrittura un pò lenta e a volte ripetitiva, ma argomento molto interessante sviluppato in modo esaustivo grazie ad una ricerca accuratissima delle fonti. E' un catalogo ragionato dal Medioevo a oggi dei falsi che hanno costellato la storia e delle loro conseguenze, a volte nefaste: dalla donazione di Costantino, ai Rosacroce, ai Templari, al kilt, ai fantomatici grandi complotti, alle invenzioni contro gli Ebrei, a Dan Brown ,... Quello che mi ha colpito è come le bugie possono aver inciso in maniera anche pesante sugli avvenimenti storici e come queste non siano appannaggio del Medioevo, ma sono ancora presenti, anzi la loro diffusione è incontrollabile e velocissima grazie alle nuove tecnologie. Di fronte alla "forza del falso" come possiamo difenderci? Buonanno ci dà alcuni suggerimenti: 1) avere cultura e spirito di osservazione per riconoscere gli schemi che l'impostura ripete da secoli come ad esempio la presenza del grande complotto e l'invenzione del nemico 2) un tantino di realismo 3) non perdere di vista il plausibile. Se avete un pò di tempo leggetelo, è davvero illuminante. Infine di Sampat Pal "Con il sari rosa": la storia vera di un movimento, la Pink gang, che è nata in India per difendere le donne dai soprusi e restituire loro la dignità. Non è il libro di una vera scrittrice, Sampat Pal è una donna che non ha potuto studiare e non le può essere chiesto di scrivere come una letterata, ma nel libro si respira la sua forza, il suo coraggio, la sua determinazione. E' soprattutto bella la prima parte del libro in cui racconta come dall'infanzia ha maturato, attraverso le esperienze passate e le difficoltà affrontate in quanto donna, l'idea di lottare contro le ingiustizie e di fare della propria fragilità una forza. Ancora tanti cari auguri e buona lettura! Rosa

giovedì 14 aprile 2011

Segnalazione per le amiche di Jane Austen

Care amiche, vista la passione di molte di noi per questa scrittrice, vi segnalo dal già conosciuto blog "Il Club Sofa and Carpet di Jane Austen" una interessante iniziativa: il Meeting Austen 2011 a Riccione dal 14 al 17 aprile e per chi come noi non è vicinissimo a Riccione vi riporto questa opportunità dal blog: "Per tutte coloro che NON riusciranno per i motivi più svariati A PARTECIPARE al Meeting di Riccione.. abbiamo pensato di creare due momenti "meeting online" dentro "meeting Austen Riccione"!! Ecco il primo: Sense & Sensibility 2008 BBC
Watching and Chatting Ore 20:30 ->PLAY In diretta dal Cinema Africa di Riccione ci collegheremo online anche con voi per la COMMON VISION e PER IL CHATTING!(Troverete le istruzioni qui online a ridosso dell'evento!)Per essere tutte insieme.. PER DAVVERO!!". Vulcanica davvero Jane Chiara! Ciao, Rosa

sabato 9 aprile 2011

Il Nostro Concerto

Giovedì 7 Aprile abbiamo avuto il nostro concerto privato. Letizia, giovane e brillante chitarristica classica, ci ha fatto ascoltare un saggio di tre brani, suonati con maestria e passione. La ringraziamo e le auguriamo una brillante carriera. Complimenti anche alla nostra compagna di letture Marisa, che è la mamma della giovane musicista. Venendo alle letture, si è parlato di Tolstoj, letto da Rosa e di cui lei stessa parla ampiamente nel post precedente. Poi Accabadora di Michela Murgia, che si inserisce nel filone della Deledda e Dura Madre, di Marcello Fois, entrambi scrittori sardi. Di Daria Bignardi Un karma pesante e Non vi lascerò orfani. Infine La Libreria del buon romanzo, di Laurence Cossè, che è stata una mia piacevole scoperta, libro fatto per gli appassionati della lettura, come noi e che invito a leggere per scoprire che non siamo sole in questa passione che ci può rendere la vita migliore. Prossimo appuntamento il 26 Maggio. A presto Gloria

mercoledì 6 aprile 2011

Letteratura russa

Care amiche, in questo periodo ho letto un pò meno del solito perchè sono stata molto impegnata con il lavoro e sono andata un paio di volte a Roma per alcuni giorni in occasione della laurea dei figli. Ho subito letto dopo il nostro incontro "La morte di Ivan Il'ic" di Tolstoj che mi aveva prestato Marisa. Bellissimo, non perdetevelo! Tolstoj, come sempre, è magistrale nel raccontare la morte al rallentatore di un uomo che scopre di non aver in realtà mai veramente vissuto e si apre solo nell'istante finale alla vita. Ivan Il'ic appartiene alla classe media, ha trascorso un'esistenza tranquilla, ha un buon lavoro, una famiglia, ha raggiunto il benessere economico, ma, improvvisamente, succede l'imprevisto, si ammala gravemente e lentamente si avvia alla morte. Tutto in realtà è già avvenuto, nelle prime pagine viene dato l'annuncio della morte di Ivan e Tolstoj descrive con un'ironia feroce gli atteggiamenti dei colleghi di lavoro in cui primeggia l'egoismo e l'ipocrisia più che il dolore. Si pensa subito ai vantaggi in termine di carriera che si apriranno per qualcuno di loro per il posto di Ivan lasciato vacante, i fastidi di dover porgere le condoglianze alla vedova e di perdere così la consueta partita serale, ma soprattutto "Accidenti è morto; io no, invece" fu il pensiero inconfessato di ognuno. Comincia a questo punto la storia della vita di Ivan Il'ic "la più semplice, la più comune, la più terribile" fino alla scoperta della malattia e all'inizio della sua agonia. Oltre la sofferenza fisica, quello che più affligge Ivan è la solitudine "Piangeva per la propia impotenza, per la propria terribile solitudine, per la crudeltà degli uomini, per la crudeltà di Dio, per l'assenza di Dio", l'impossibilità di condividere il proprio dolore con qualcuno perchè la morte è un tabù che bisogna celare, nascondere in tutti i modi e soprattutto di cui non bisogna parlare. La menzogna prevale e Ivan si rende conto che essa ha dominato tutta la sua vita. Solo con il servo Gerasim che, non mentendo e accettando con semplicità la morte, riesce ad avere pietà del proprio padrone, egli si sente a suo agio e compreso. Alla fine Ivan prova però compassione per la moglie e per il figlio, sperimenta il perdono e allora scompare la paura, non c'è la morte, ma la luce, la gioia. "E' finita! disse qualcuno sopra di lui. Egli sentì quelle parole e le ripetè nel suo animo. E' finita la morte, disse a se stesso". Non so se sono riuscita a rendervi l'idea della bellezza di questo racconto, ma sulla scia delle emozioni che mi aveva suscitato ho letto un altro libro importante della letteratura russa, "Padri e figli" di Turgenev. Il periodo storico è più o meno analogo, un periodo di grossi cambiamenti nella società russa che sta abolendo la servitù della gleba. Questo libro suscitò a livello politico numerose polemiche quando uscì, ma è un vero e proprio capolavoro. Ci sono delle pagine stupende che, pur se ambientate in un contesto culturale e temporale distantissimo da noi, mantengono intatta la propria bellezza e sono ancora attuali. La trama è trascurabile, importanti sono i personaggi e le dinamiche tra di essi. Il romanzo si apre con il ritorno a casa dopo la laurea di Arkadij, accompagnato dall'amico Bazarov. Subito appare la contrapposizione tra i rappresentanti della vecchia generazione (il padre e lo zio di Arkadij) e quelli della nuova (i due giovani), che si accentuerà ulteriormente nell'incontro con i genitori di Bazarov. Questo è il protagonista del romanzo, un nichilista (termine coniato da Turgenev) che rifiuta il passato, il romanticismo, le tradizioni, l'idealismo, la poesia e conta invece sulla scienza e il materialismo. Un personaggio positivo, ma anche con forti negatività. Non vi voglio raccontare la fine del romanzo che però è molto significativa. Voglio invece mettere in evidenza che, pur con le ovvie diversità, il conflitto generazionale è descritto benissimo e con profonda attualità, sia nell'atteggiamento e nei sentimenti dei giovani (la ribellione, la noia, il disagio di trovarsi adulti in un mondo che ti ha sempre considerato un bambino, il bisogno di fare nuove esperienze, ...) che in quello dei genitori (il desiderio di avere i figli vicino, il dolore nell'accettare il loro distacco, la difficoltà di comprendere le nuove idee, ...). Mi ha colpito in particolare una frase della madre di Bazarov rivolta al marito "Un figlio è una fetta staccata via. Lui è come il falco: ha voluto, è venuto, ha voluto, ha preso il volo; e noi due siamo come cantarelli in un cavo d'albero, stiamo l'uno accanto all'altra, e non ci si muove di lì. Solo io rimarrò per te sempre la stessa, come tu per me". Molto bello, da leggere! Ci vediamo il 7!