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sabato 5 giugno 2010

Bouvard e Pecuchet

L'ultima volta Gloria aveva proposto la lettura di "Bouvard e Pécuchet" di Flaubert ed io, ultimato il mio approfondimento sulle fiabe, ho colto il suggerimento. Devo dire che mi sono trovata inizialmente un pò in difficoltà, non è un libro semplice e per le dettagliatissime descrizioni può anche essere di primo impatto noioso. L'importante è resistere e non avere fretta perchè è un libro veramente interessante ed attuale. L'incipit ci descrive in poche parole il contesto "Con il caldo che faceva, trentatrè gradi, boulevard Bourdon era completamente deserto" ed in questa solitudine improvvisamente apparvero due uomini, fisicamente diversi come diverso era il loro carattere, che si siedono casualmente (ma esiste veramente il caso?) sulla stessa panchina. Li colpisce un particolare: aver scritto entrambi il nome nel proprio cappello e da qui si stabilisce un feeling, si scoprono delle affinità, come quella di essere entrambi dei copisti, e comincia una lunga amicizia che li porterà a lasciare la città e trasferirsi a vivere insieme in campagna. Qui si gettano in una vera e propria spirale della conoscenza, passando da un tema all'altro del sapere umano, documentandosi in maniera esasperata su tutti i libri disponibili, ma con risultati sistematicamente fallimentari. E' un susseguirsi di sconfitte in tutti i campi descritte con un'ironia eccezionale. Il romanzo è rimasto incompiuto per la morte dell'Autore, sappiamo solo che alla fine, per scelta e non per necessità, tornano ad essere dei copisti. Spesso questi due protagonisti sono stati etichettati semplicemente come degli stupidi, ma si tratta di personaggi molto più complessi in quanto comunque sempre pronti ad avere interessi, a documentarsi e a mettere in discussione quello che leggono. Decisamente più gretti e meschini quelli che li circondano. Quindi personaggi un pò stupidi ed un pò intelligenti, così come i libri che leggono. In realtà quello che Flaubert mette in evidenza è l'incapacità di dare delle risposte certe, dissacra l'oggetto simbolo dell'Illuminismo, l'Enciclopedia, smonta l'illusione di poter acquisire il sapere. E' quindi un messaggio attualissimo anche in un secolo completamente diverso da quello di Flaubert: l'accumulo di conoscenze non è conoscenza ed in un mondo in cui siamo letteralmente sopraffatti dalle informazioni questo è un concetto che sarebbe opportuno avere sempre bene in mente. Per chi volesse approfondire l'argomento indico qui di seguito un indirizzo dove c'è un commento molto interessante http://www.bartolomeodimonaco.it/online/?p=655. Un caro saluto e speriamo di poterci incontrare presto. Rosa

6 commenti:

gloria group ha detto...

Come avevo proposto a voi, ho letto Bouvard e Pecuchet e l'ho trovato molto interessante ed attuale. Come ho letto in un commento, i due protagonisti sono un po'gli antesignani degli opinionisti dei moderni talk show nonchè dei protagonisti dei relity; come quelli, dissertano su tutto lo scibile umano e sperimentano di tutto, dalla filosofia alla religione, dalla chimica all'agronomia, alla pedagogia e così via, senza giungere ad alcuna certezza.
Interessante anche il commento che ha citato Rosa.
Ne parleremo giovedì, spero.
Gloria

Anonimo ha detto...
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佩怡 ha detto...
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Anonimo ha detto...
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Anonimo ha detto...
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Anonimo ha detto...
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