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sabato 12 settembre 2009

Letteratura giapponese

Carissime amiche vi faccio un aggiornamento sulle letture di queste ultime settimane. A parte la lettura di qualche altra avventura dell’Ispettrice Petra Delicado, tutta la mia attenzione è stata rivolta alla letteratura giapponese, approfittando del fatto che mio figlio Daniele sta preparando quest’esame per l’Università. E’ stato interessante ampliare il mio orizzonte culturale, decisamente carente in questo campo, ma sinceramente è stato abbastanza faticoso. Infatti, oltre alla lettura di testi non semplici, si è aggiunto il cercare di approfondire anche qualcosa su questi Autori per cercare di capirli meglio.
"L'uomo scatola" di Abe Kobo è uno spietato ritratto metropolitano del Giappone degli anni '60, la storia un po' metafisica di uno che vive nel mondo costantemente chiuso dentro una grande scatola di cartone che lo nasconde del tutto alla vista degli altri, mentre guarda scorrere la vita attorno a sé attraverso piccole feritoie aperte nel cartone. L’unica certezza a cui arriva è la perdita d’identità della società contemporanea, l’impossibilità per l’uomo moderno a vivere in comunità per cui esistere nella scatola è uguale a viverne fuori.
“Il maestro di Go” di Yasunari Kawabata (premio Nobel nel 1968), è una storia ispirata ad un episodio realmente accaduto, la partita del ritiro del maestro Shusai che si protrasse per alcuni mesi e si concluse con la sua sconfitta e la sua morte. Non è il confronto solo tra due giocatori, i due personaggi nascondono una visione più ampia che coinvolge il contrasto tra passato e presente. Il confronto vero è tra le tradizioni e la modernità. Il go da Via per raggiungere l’illuminazione si tramuta in puro e semplice evento sportivo dominato dall’agonismo e dalla competizione sfrenata che, pur di portare alla vittoria, non si preoccupano di rompere l’armonia del gioco.
“Kitchen” di Banana Yoshimoto, il primo romanzo di questa Autrice che ha un grande successo di pubblico, sinceramente mi ha un po’ deluso. Il tema è quello di ritrovare comunque una propria dimensione dopo la morte di tutte le persone che sono state per i protagonisti dei punti di riferimento. Più bello, come scrittura, il racconto “Moon light shadow” in cui una ragazza cerca di ritrovare il coraggio di vivere dopo la morte del proprio ragazzo. La morte d’altra parte caratterizza profondamente la cultura giapponese, comunque questi testi non sono chiusi in un cupo pessimismo, ma aprono a degli spiragli di luce.
“Al giardino delle peonie” è una raccolta di racconti di Nagai Kafu tra cui molto bello è “il Sumida”, considerato il capolavoro di questo Autore. Il fiume Sumida è al tempo stesso lo scenario della metamorfosi ed il richiamo al tempo passato. Predomina nel racconto una sensazione di nostalgia per un passato che non può più tornare, come Tokyo non può tornare Edo, la vecchia città, perchè devastata da cambiamenti dovuti alla modernizzazione. Il mondo dei fiori e dei salici, il mondo cioè delle prostitute e delle geishe, l’unico spazio culturale ancora non stravolto dalla modernizzazione, resta sullo sfondo per lasciare spazio all’evocazione nostalgica così come nel racconto “Il giardino delle peonie” che dà il titolo alla raccolta e si svolge anch’esso lungo le rive del fiume. In questo racconto la delusione dei personaggi non è solo per la perdita del fascino delle peonie, ma anche per il disagio per il futuro che attende l’est del Sumida la cui decadenza è rappresentata proprio dalle peonie. In questi racconti la funzione narrativa è assolta principalmente dalla descrizione che non ha quindi solo un valore estetico o di pausa, ma è più importante dell’intreccio e della caratterizzazione dei personaggi. Nel Sumida ad esempio la trama va di pari passo con il cambiamento delle stagioni, iniziando in una sera d'estate e concludendosi in autunno, e con il mutamento dei luoghi attorno al fiume che scorre parallelo al flusso del tempo diventando esso stesso il filo della narrazione. Se volete provare a leggere qualcuno di questi libri, vi consiglio proprio questo di Nagai Kafu, è veramente molto bello e scritto benissimo con una interessante tecnica narrativa.
Ciao, a lunedì
Rosa

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