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venerdì 26 dicembre 2008


BUON NATALE E FELICE ANNO NUOVO A TUTTI GLI AMICI E LE AMICHE

GLORIA

venerdì 28 novembre 2008

rosso vermiglio

Rosso vermiglio è il titolo del romanzo che abbiamo scelto come lettura di dicembre. L'autrice è Benedetta Cibrario, di cui ci ha parlato Cristina.
Moltissimi i titoli di cui si è parlato nell'incontro di giovedì scorso: La confraternita dell'uva di John Fante, Artemisia di Anna Banti, che narra di Artemisia Gentileschi, pittrice del '500 nonchè antesignana delle femministe. E ancora L'estate torbida di Lucarelli, una storia che vede protagonista il commissario De Luca e che sempre Cristina ci consiglia.
Ricordiamo ancora le fiabe di Oscar Wilde, di cui Rosa ci ha parlato nel precedente post, così come Il fastasma di Canterville.
Lucia ha presentato una lettura particolare e interessante "Kore sprofonda negli inferi" di Mari Ela Panzeca, testo scritto da una psichiatra che legge nel mito di Kore l'anoressia.
Altre letture consigliate I delitti di via Melina Sidonia ( Piazzese ), giallo ambientato in Sicilia e "una stanza tutta per se" di Virginia Wolfe, tema sul quale abbiamo discusso in quanto ognuna di noi vorrebbe avere in effetti questo spazio personale in casa, che quasi sempre per noi manca.
Personalmente ho raccontato di " Sulla strada " di Kerouac, mitico manifesto della beat generation che ho letto volentieri, anche se il tempo delle scorribande sulle strade della California per me è ormai irrimediabilmente andato... lo consiglio perchè penso che l'inquietudine della giovinezza, il cercare di afferrare il senso della vita in giro per il mondo siano propri di tutte le generazioni, passate e presenti.
Ci troveremo il 22 dicembre, lunedì. Mi sono ricordata dopo che quel giorno alle 18 e 30 ho un impegno cui non posso rinunciare, per cui ci dovremo salutare prima del solito. Scusatemi; lascerei comunque quel giorno viste le difficoltà a metterci d'accordo sulla data. Ciao a tutte.
Gloria

martedì 25 novembre 2008

Letture di novembre

Le letture di novembre sono dedicate a chi ha pochi spazi da dedicare alla lettura e perciò hanno come denominatore comune la brevità.

Durante questo mese mi è venuto in mente di rileggere Oscar Wilde ed in particolare la componente “fiabesca” della sua opera: le fiabe presenti in due raccolte, Il Principe felice ed altri racconti” e “La casa dei melograni”, ed il bellissimo racconto “Il Fantasma di Canterville”, entrati a far parte della letteratura dedicata ai bambini, ma in realtà una lettura per gli adulti. Apparentemente le storie di Wilde appartengono al genere fiabesco: i personaggi sono quelli tipici delle fiabe, principi, mendicanti, sirene, animali parlanti, …, così come il ritmo ed il tempo della narrazione, ma in realtà della fiaba hanno solo l’atmosfera. Lo stile è quello tipico dello scrittore, raffinato ed elegante, con una prosa bellissima, soprattutto nella prima raccolta; i temi sono più vicini al mondo degli adulti che a quello dei bambini come l’indipendenza dell’arte dalla morale, l’arte come evasione dalla grettezza del mondo moderno, la superiorità della parola sull’azione, la critica sociale. Non c’è il lieto fine, può non esserci una morale e se c’è non è quella che ci aspettiamo. Siamo insomma ben lontani dall’esplicito intento didattico di Andersen. “Il Fantasma di Canterville” è un racconto eccezionale, brillante, con una prosa scorrevole, umoristico, ma senza eccessi, imperniato sull’incontro tra due culture agli antipodi, la vecchia, solida, inamovibile ed imperturbabile realtà britannica contrapposta con la nuova emergente società americana convinta di conoscere la soluzione a tutti i problemi e di poter superare qualsiasi ostacolo. La famiglia Otis, americana, moderna e pragmatica, compra il castello dell’antica famiglia aristocratica dei Canterville compreso il fantasma che lo infesta. Passato e futuro si scontrano, due mondi divisi descritti con ironia, ma alla fine si incontreranno attraverso Virginia, la figlia degli Otis che, comprendendo il fantasma ed il suo dramma, spezzerà una maledizione antica di secoli. Il racconto è quindi giocato e costruito su due piani di lettura paralleli ed allo stesso tempo intrecciati tra di loro: quello della fiaba fantastica (ambientazione, personaggi) e quello della satira sociale e politica. Se non lo avete mai letto vi consiglio di leggerlo perché ne vale la pena!

Sempre restando nell’ambito dei racconti brevi vi faccio altre due proposte. La prima riguarda un breve romanzo di un autore francese, Maxence Fermine, “Neve”, una delicata favola ambientata in un Giappone feudale idealizzato in cui il candore dell’inverno accompagna la crescita artistica e interiore del protagonista, il giovane poeta Yuko Akita. I suoi haiku, antiche poesie di tre versi e diciassette sillabe, sono bellissimi, bianchi come la neve, ma potranno riempirsi di colore solo quando il giovane, scoprirà il colore dentro se stesso. I temi non sono nuovi, la ricerca di se stessi e del senso della vita, il viaggio come momento di ricerca e di crescita, l’amore e la morte, così come alcune affermazioni appaiono un po’ scontate, ma il romanzo è comunque molto bello per l’atmosfera con cui, attraverso i brevi capitoli, questa esperienza interiore viene descritta. Forse merito dello stile, non banale, scorrevole, delicato, fatto anche di sospensioni e spazi bianchi, come avviene in alcune opere poetiche, forse della musicalità delle parole.

Presenta alcuni tratti in comune, “Seta” di Alessandro Baricco: anche qui il Giappone, il mondo delle illusioni rispetto alla Francia che rappresenta il mondo della realtà, il viaggio, l’amore, la morte; anche qui capitoli brevi con frasi corte e ricche di simboli. Il protagonista è Hervè Joncour, un uomo che assiste alla propria vita “osservandola come una giornata di pioggia”. Il romanzo è scandito nello scorrere del tempo da alcune frasi che si ripetono come un filo conduttore, anche il viaggio viene descritto sempre con le stesse immagini, cambia solo il nome del lago Baikal, prima il mare, poi il demonio e l’ultimo, infine il santo. E proprio sulle rive di un lago, dove Hervè vede scorrere la sua vita, si conclude il romanzo.

Ciao, a giovedì

Rosa

martedì 28 ottobre 2008

prossimo incontro

Care amiche,
il prossimo incontro è fissato per GIOVEDI' 27 NOVEMBRE.
Cosa state leggendo? Rosa ha proposto " Aspetta Primavera Bandini ", del mitico John Fante ( abbiamo già parlato di Chiedi alla polvere ). Personalmente ho iniziato "On the road " di Kerouac, è uno di quei libri che vanno letti...vi saprò dire.
Comunque aspetto suggerimenti. Per chi ama i gialli consiglio "Quello che ti meriti" di Anne Holt, scrittrice norvegese di cui ho acquistato appunto questo romanzo al Pisa Book Festival. E' una psicologa criminale che è stata anche Ministro della Giustizia. La vicenda si snoda in lungo e largo per la Norvegia, da Oslo a Tromso, così ho potuto un po' viaggiare con la fantasia...
Gloria

domenica 7 settembre 2008

In attesa del prossimo incontro

Carissime amiche vi aggiorno, prima dell’incontro di settembre, sulle mie letture estive. Vi segnalo intanto un altro libro di Camilleri, “Privo di titolo”, appartenente al filone dei romanzi di ambientazione storica e decisamente originale per la sua struttura. Il romanzo è stato costruito su due reali fatti di cronaca e l’Autore intreccia nella narrazione elementi veritieri ed altri frutto di invenzione. La narrazione si apre con un ricordo d’infanzia: siamo nel 1941 a una manifestazione commemorativa di un caduto fascista, ma, rapidamente, il lettore viene posto, in un lunghissimo flashback, dentro la lontana vicenda accaduta vent’anni prima, nel 1921. Questa viene raccontata come se fosse la scena di un film: prima sono introdotti e descritti in modo incisivo i personaggi, poi la storia dell'agguato, una vera e propria “notte degli imbrogli” narrata in modo veramente originale tramite la moviola, i fermi immagine, i campi lunghi, i primi piani, mentre l'io narrante analizza i dettagli della scena che avranno una grande importanza nell'indagine. Alle parti di narrazione, secondo uno stile spesso utilizzato da Camilleri, si alternano documenti, verbali delle interrogazioni, testimonianze, articoli di giornale. Bellissimo in questi documenti l’utilizzo della lingua, una vera e propria “lingua fascista” ricca di retorica esaltatoria e toni propagandistici. E’ un romanzo centrato sulla mistificazione e non a caso, all’interno della vicenda, si inserisce la beffa spettacolare, ingegnosa, quasi surreale della cittadina di Mussolinia, costruita in onore al Duce e che esiste solo nell’illusione di un fotomontaggio. Su tutto però predomina la pietà che accomunale due vittime, l’accusato, innocente e perseguitato, e l’eroe fittizio, inconsapevole e defraudato della dignità di 'semplice morto privo di titolo'. Un consiglio, non perdetevelo!

Ho poi letto “L’armata perduta” di Valerio Massimo Manfredi: alla base di questo libro vi è l’Anabasi di Senofonte che documenta il viaggio che i diecimila mercenari greci che affrontarono il re persiano Artaserse nel IV secolo a.C. che l’Autore, archeologo e docente universitario, ha tradotto oltre ad aver studiato di persona i posti descritti nell’opera greca. Non aspettatevi un’opera letteraria, ma è una lettura piacevole e scorrevole, con una storia di fantasia, basata però su concreti fatti storici, capace di appassionare e di dare emozioni. Se penso alla noia mortale di tradurla al liceo!
La narrazione è particolare perché fatta da una donna, Abira che racconta, attraverso quindi il suo personale e particolare punto di vista, le atrocità della guerra, le insidie della natura, oltre che l’eroismo e l’onore dei “diecimila”. Sono proprio quest’ultimi, nella loro totalità, i veri protagonisti del romanzo.

Infine, per tornare alla letteratura, ho seguito il consiglio di Gloria (troverete il suo commento in un vecchio post) ed ho letto i “Vicerè” di Federico De Roberto, un romanzo che fu considerato dalla critica pesante, poco avvincente e non originale. A me è piaciuta invece la narrazione delle vicende dei principi di Francalanza, incatenati tra loro solo dal privilegio della casta e dalla difesa della loro superiorità sociale; sono descritti infatti mirabilmente, in modo da renderli palpabili, le meschinità, le inimicizie, la bramosia, i conflitti che dilaniano la famiglia. Pervade il romanzo l’immobilità della storia ed il disprezzo per la nobiltà borbonica che si coniuga però all’amaro disincanto per la Nuova Italia (da questo romanzo sicuramente sono stati tratti degli spunti per “Il Gattopardo”): i valori sono comunque la ricchezza, cercare il proprio interesse, raggiungere il potere, calpestando tutto e tutti e, come non si può fare a meno di pensare anche al mondo contemporaneo?

Un bacio a tutte

Rosa

domenica 17 agosto 2008

letture in corso

Care amiche ed amici,
nell'incontro di luglio avevamo parlato delle nostre ultime letture, tra cui La Porta, di una scrittrice ungherese, Storia della bruttezza, di Eco, vissuta come originalità; la vita è adesso ( tutti titoli suggeriti da Lucia ). Cristina aveva espresso il suo giudizio su "uomini che odiano le donne" di Larsson, thriller svedese facente parte dell'ormai celeberrima trilogia Millenium. Non è un romanzo rivelazione, tuttavia riesce ad avvincere nella sua trama poliziesca il lettore per ben 676 pagine, il che non è poco. Tragico il destino dell'autore che nel 2004, a 50 anni, è morto d'infarto proprio quando stavano uscendo i suoi 3 romanzi. Il libro ha vinto il premio dei librai svedesi. Cristina sottolinea l'episodio della violenza alla donna e della sua abilissima vendetta come pagine particolarmente riuscite; qualunque lettrice non può che solidarizzare con la protagonista...
Rosa, tra le molteplici letture citate, ci ha parlato del libro di Mario Calabresi "Spingendo la notte più in là", che ho letto anch'io, trovandolo molto bello. Lo consiglio veramente a tutti, perchè oltre ad essere un episodio di storia che noi del gruppo abbiamo vissuto, colpisce il tono dell'Autore, pacato e sereno, pur nella consapevolezza che quei fatti hanno segnato in modo durissimo la vita sua e della sua famiglia. E' veramente un esempio per tutti...
In questo momento sto leggendo Il Grande Gatsby in originale: devo dire che non è una lettura facile, ma ci provo.
Inserisco nel blog alcune foto della Norvegia, in particolare la vetrina del libraio di Oslo di cui vi avevo parlato. Rimane solo il rimpianto che il viaggio non sia stato più lungo!!
Spero che mettiate sul blog qualche foto delle vostre vacanze.
Arrivederci al 12 settembre ( Cristina, ti avevo dato una data sbagliata ).
Un abbraccio a tutti i lettori.
Gloria

venerdì 1 agosto 2008

vi scrivo dalla norvegia

Cari amici ed amiche, mi trovo a Bergen, nel cuore dei fiordi norvegesi. Dopo due giorni ad Oslo, abbiamo intrapreso il viaggio verso la regione dei fiordi ed ora siamo finalmente nella splendida Bergen.
Ah, dimenticavo, ad Oslo sono andata in libreria a cercare la trilogia Millenium! Naturalmente ce l'hanno in norvegese.. in inglese hanno solo il primo volume, il secondo esce ad agosto! Comunque ho fatto amicizia col libraio, un simpatico ragazzo che ci ha anche consigliato dove pranzare..
Sono tutti molto gentili, peccato che i treni siano un disastro ( in confronto i nostri per puntualita' sono tedeschi!)
Vi saluto e vi abbraccio
Gloria

venerdì 11 luglio 2008

Non solo Montalbano

Carissime, incuriosita dai commenti di Cristina durante l’ultimo incontro, ho letto “Maruzza Musumeci” di Camilleri. Si tratta, più che di un romanzo, di un racconto piacevolissimo ,da leggere tutto d’un fiato in un pomeriggio, che dimostra ancora una volta come Camilleri, anche se non produce capolavori letterari, sia veramente uno scrittore molto abile. A me piace molto il suo modo di scrivere e leggo con piacere i suoi romanzi, sia quelli del filone poliziesco che quelli “storici” ambientati alla fine dell’800 o all’inizio del ‘900 nell’immaginario paese di Vigata.
Maruzza Musumeci” appartiene a quest’ultimo filone, non si tratta del genere “romanzo storico” vero e proprio perché i riferimenti storici sono solo una cornice per rendere più vivo il racconto. Piuttosto è un racconto che si rifà alla tradizione orale contadina, l’Autore la definisce una favola, in cui realtà, fantasia e poesia si intrecciano.
Inizia come una novella verista, con la descrizione della cruda realtà dei braccianti siciliani di fine ‘800 per sfuggire alla quale Gnazio emigra in America, ma quando ritorna al suo paese, la narrazione abbandona il tono iniziale per entrare nel mito. Il mito viene ripreso in modo esplicito riportando nel testo i versi in greco tratti da alcuni libri dell’Odissea, ma non mancano altri riferimenti letterari come Andersen, Soldati, Tomasi di Lampedusa. Il tema non è nuovo, ma il racconto è fortemente permeato di sentimento e soprattutto di umanità. La lingua usata è il siciliano con una musicalità delle parole che ben si adatta al tema trattato e che fa percepire con intensità i colori ed i profumi di questa terra. Probabilmente il mio giudizio sarà influenzato positivamente dai ricordi della mia infanzia, comunque vi consiglio di leggerlo.

Se vi piace il modo di scrivere di Camilleri, sempre rimanendo nel filone “storico” vi consiglio “Un filo di fumo”, un piccolo romanzo che ho riletto subito dopo “ Maruzza Musumeci”. In analogia a “Madama Butterfly” il filo di fumo del titolo è quello di una nave che i cittadini di Vigata aspettano con ansia scrutando l’orizzonte. Qui però l’amore c’entra poco, è in ballo la probabile rovina di un commerciante di zolfo vissuta in modo completamente diverso dalla sua famiglia e dai concittadini: ovviamente non vi svelo il finale per non togliervi la sorpresa. L’azione si svolge praticamente tutta in un unico giorno (il 18 settembre 1890), raccontata in un unico capitolo in cui i vari paragrafi si succedono con un mutamento continuo di scena.
Lo sfondo storico è quello post-unità d’Italia con le sue delusioni, il contesto sociale è descritto mirabilmente con ironia, differenziando quelli che contano, ma che non per questo sono migliori, da quelli che invece socialmente non contano niente, i personaggi sono rappresentati argutamente in modo talmente realistico da imprimersi nella memoria. Alcuni di essi non sono originali (vedendo il piemontese sconcertato dalle dinamiche che si stanno svolgendo nel paese come non pensare al “Gattopardo”?), ma altri sono eccezionali. Particolare ad esempio il contrasto tra i due preti, ciascuno espressione di una diversa tipologia di Chiesa.
La lingua naturalmente è anche qui il siciliano arricchito da una serie di proverbi e modi di dire, espressione della saggezza popolare, che caratterizzano ulteriormente il contesto: non vi preoccupate però, per chi non ha radici specifiche e quindi non potrebbe coglierne a pieno il significato, in fondo al libro c’è un piccolo dizionario!

Ciao
Rosa

mercoledì 25 giugno 2008

tanti suggerimenti per le letture estive

Cristina, Gloria, Grazia e Rosa hanno sfornato un elenco di letture ben nutrito:

La ragazza che giocava col fuoco, di Larsson, secondo libro della trilogia Millenium ( il primo è l'ormai celeberimo Uomini che odiano le donne, che mi dice Claudio ora alla Gaia Scienza si trova ).

Maruzza Musumeci di Camilleri, narrazione epica favolistica legata ad una fiaba siciliana su personaggi omerici. Caratteristica di questa ennesima produzione del grande Camilleri è l'andamento per così dire musicale del testo.

Saggio sull'arte del leggere e dello scrivere di Dacia Maraini, che spiega ad esempio come la punteggiatura dia una connotazione ben precisa al discorso e come questo sia anche legato allo stile personale: ognuno ha un suo periodare.

Da anche consigli di letture.

Aspetto Primavera, Bandini di John Fante ( Claudio e Salvatore prendano nota ).

Menzogna e sortilegio di Dacia Maraini.

Ombre sotto il portico di Loriano Machiavelli ( autore di Sarti Antonio )

Necropolis di Boris Paur ( sulle foibe ).

Mia madre non mi ha mai spazzolato i capelli di Marylin French, dà una chiave di lettura della maternità come vincolo ( non so a voi, ma a me questo titolo fa subito venire sensi di colpa ).

Quel pasticciaccio brutto di via Merulana di Carlo Emilio Gadda, un poliziesco particolare per l'uso del "romanesco".

Mandala ( Buck ) incentrato sull'India, nel contrasto sul nuovo e l'antico.

La cattiva figlia di Carla Cerati. Tema: i rapporti con la madre.

Personalmente sto continuando la lettura del già citato " Uomini che odiano le donne " di Larsson ( a proposito, Cristina, ci sono stata in biblioteca, tutto fatto, ho la tua ricevuta, però mi sono dimenticata di chiedere se avevano La ragazza che giocava col fuoco...).

Ci ritroviamo il 17 luglio, spero in giardino, se non fa troppo caldo.
A presto
Gloria

lunedì 16 giugno 2008

"Il grande Gatsby"

Ho riletto con vero piacere “Il grande Gatsby”, forse il romanzo più famoso di Fitzgerald. Partendo da uno spunto autobiografico, come spesso avviene nelle sue opere, l’Autore descrive l’ambiente dorato dei ricchi di Long Island e delle loro ville al mare attraverso Nick Carraway, l’"Io narrante" che si presenta subito non come protagonista, ma come testimone oggettivo della tragica storia di Jay Gatsby, il suo vicino di casa, un personaggio misterioso, diventato ricchissimo con le illegalità del proibizionismo, famoso per le sue feste colossali. Per chi non ha letto il libro non voglio raccontare la storia, anche perché, riassunta in poche parole, rischierebbe di sembrare banale e non renderebbe giustizia al romanzo che è bellissimo, scritto con una prosa delicata ed efficace che riesce a mescolare sogno, illusione, malinconia. Fitzgerald rappresenta nei suoi romanzi il “mito americano” degli anni che vanno dalla fine della prima guerra mondiale alla grande crisi del 1929, un periodo caratterizzato da grande sviluppo, frenesia di successo, desiderio di onnipotenza, ma allo stesso tempo dalla delusione e dal fallimento. Gatsby incarna questo sogno, è partito dal nulla, ha fatto fortuna ed anche se è una persona disonesta in realtà lo è meno degli altri personaggi, chiusi nella mediocrità, nell’egoismo, nella superficialità. Daisy è una donna priva di speranza, senza sentimento e gioia di vivere, cinica, consapevole dei sentimenti di Gatsby per lei che accrescono la sua vanità, ma incapace di provare vero amore. Il marito, Tom Buchanan, è un uomo dalla doppia morale, per se stesso e per gli altri, abituato a giudicare le persone solo in base ai soldi ed a possedere tutto quello che vuole, siano donne o cose. I due coniugi non si amano veramente e non sono felici, ma di fronte al rischio dello sgretolarsi del loro mondo ritrovano una loro unità, senza curarsi di nessuno “sfracellavano cose e persone e poi si ritiravano nel loro denaro o nella loro ampia sbadataggine o in ciò che comunque li teneva uniti e lasciavano che altri mettessero a posto il pasticcio che avevano fatto”. Gli “amici” che frequentano la casa di Gatsby pensano esclusivamente a se stessi e non esitano ad abbandonarlo completamente quando non può più offrire loro lusso e divertimento. In questo mondo artificiale viene messa in evidenza la futilità della ricchezza e la sua capacità di distruggere ogni sentimento, ogni autentica felicità. Gatsby invece mantiene una sua profonda umanità, nel rincorrere il suo sogno, il suo amore impossibile per Daisy, per il quale cerca di realizzare la sua esistenza, nell’infrangersi delle sue illusioni, nella sua solitudine: Molto bello l’epilogo in cui Nick guardando prima di partire i luoghi dove si era svolta la storia ricorda il sogno dei marinai olandesi che sull’isola avevano fondato New York e pensa così al sogno di Gatsby "Pensai, mentre meditavo sull'antico mondo sconosciuto, allo stupore di Gatsby la prima volta che vide la luce verde all'estremità del molo di Daisy. Aveva fatto molta strada per giungere a questo prato azzurro e il suo sogno doveva essergli sembrato così vicino da non poter sfuggire più. Non sapeva che il sogno era già alle sue spalle... Gatsby credeva nella luce verde, il futuro orgiastico che anno per anno indietreggia davanti a noi. C’è sfuggito allora ma non importa: domani andremo più in fretta, allungheremo di più le braccia...e una bella mattina… Cosi continuiamo a remare, barche contro corrente, risospinti senza posa nel passato."
Ciao
Rosa

mercoledì 11 giugno 2008

appuntamento di giugno

Ci troviamo giovedì 19 giugno. Farò il thè caldo e il the freddo, oltre la mia solita crostata.
La preferite all'albicocca o ai mirtilli?
Ah, dimenticavo, ho iniziato a leggere "uomini che odiano le donne".
Se qualcuno legge casualmente il blog e fosse interessato a partecipare all'incontro di lettura a tema libero, lasci un commento con un indirizzo mail e sarà contattato. Requisito indispensabile: amare la lettura ( se non si fosse capito ), poi parliamo anche d'altro.
Gloria

lunedì 2 giugno 2008

Ancora su Jonathan Coe

Carissime, condivido con voi le mie impressioni sugli ultimi due romanzi di Jonathan Coe che ho letto il mese scorso.

“L’amore non guasta” è una storia complessa narrata su due piani paralleli: quello della realtà, le vicende reali di Robin e degli altri personaggi che gli ruotano intono, e quello dell'invenzione, le storie scritte da Robin che si inseriscono nell’intreccio narrativo completandolo ed ampliandolo, facce di una medesima situazione, vista da occhi diversi, con punti di vista diversi. E’ un romanzo di storie sovrapposte, di vite che il destino fa incontrare e scontrare: sullo sfondo l’Inghilterra con le sue case, i suoi caffè, le sue nebbie ed una società dove è necessario integrarsi, accettare le sue regole, per non essere messo inevitabilmente ai margini. Per me è stato meno avvincente degli altri libri di Coe che ho letto, penso che dipenda dal fatto che si tratta di uno dei suoi primi romanzi dove si nota una minore esperienza dello scrittore, ma in cui si ritrovano comunque già molti elementi sia narrativi che di contenuto che saranno pienamente sviluppati nei romanzi successivi. Quello che traspare in tutto il romanzo è una profonda solitudine: i personaggi interagiscono tra loro, ma le loro relazioni non sono profonde, spesso sono contrassegnate dall’ipocrisia e dall’incomprensione, parlano, ma non dialogano e quindi rimangono chiusi in se stessi e nel passato, schiacciati inesorabilmente dalla vita. Per salvarsi da questa solitudine sarebbe bastato l’amore (forse solo un tocco d’amore come esprime il titolo originale del libro), pensare non a se stessi, ma anche agli altri.

“Circolo chiuso” è il seguito de "La banda dei brocchi" e conclude un'ideale trilogia costituita da "La banda dei brocchi" (dedicato agli anni Settanta) e da "La famiglia Winshaw" (dedicato agli anni Ottanta). Qui siamo nel ventennio che dagli anni ottanta conduce al nuovo millennio. Il romanzo inizia in una situazione frammentaria, in cui il vecchio gruppo di amici della Banda dei Brocchi, dopo il liceo, si è inevitabilmente disperso. Una serie di eventi però li fa rincontrare facendo a volte rinascere i legami di amicizia, lasciando invece altre volte un senso di totale estraneità. Storie parallele, come nel primo volume, ma che stavolta non hanno più la leggerezza dell’adolescenza, ma portano con sé la pesantezza dell’età adulta. Non siamo più infatti nell’età dell’illusione e delle speranze, ma in quella della disillusione e del rimpianto, in cui ciascuno deve inevitabilmente fare i conti con se stesso. Forse è per questa amarezza che secondo me questo libro si fa amare meno della Banda dei Brocchi, così come per l’eccessiva volontà di voler chiudere a tutti i costi i circoli delle precedenti storie rimaste in sospeso, ma per chi ha letto il primo romanzo è comunque interessante leggere il seguito. Inoltre imperdibile per chi ha anche letto anche "La famiglia Winshaw" per completare il ritratto del clima politico-sociale dell’Inghilterra degli ultimi trent’anni: è il romanzo di una generazione di “gente pallida” che vive l'ascesa di Tony Blair, la svolta del Partito laburista, il dramma del lavoro costretto nella morsa della globalizzazione, le conseguenze dell'11 settembre fino alla guerra in Iraq. Il tutto narrato con la solita maestria e con ironia (formidabile la descrizione del voto di Paul sull’intervento in Iraq!), alternando il racconto degli eventi dei protagonisti a frammenti di cultura del secolo, musica, letteratura, e storia.

Ciao
Rosa

domenica 18 maggio 2008

"Il lupo della steppa"

Care amiche ho finalmente terminato il libro di Herman Hesse “Il lupo della steppa” e come sempre condivido con voi le mie impressioni. Un libro bellissimo con delle pagine intense (favolosa la descrizione del “lupo della steppa”), scritto benissimo, ma che non ho potuto leggere, contrariamente alla mia natura, tutto di un fiato, perché non certo di facile lettura. Hesse ambienta questo romanzo in una società contemporanea alla sua e racconta la crisi di un uomo sulla soglia dei cinquant'anni, Harry Haller (forse lo stesso Herman Hesse?), metafora della crisi dell'intellettuale che, nell'era dello sviluppo del capitalismo e dell'avvento della società di massa, si sente non solo privato del suo ruolo di guida spirituale della società, ma persino della sua dignità di uomo, schiacciata dai meccanismi della produzione industriale, un “lupo della steppa” che non riesce ad ambientarsi quindi in una società che lo soffoca e gli impedisce di amare e di mettersi in relazione con gli altri. L’uomo però ha una duplice natura ed accanto a questo aspetto “lupino” che lo induce ad isolarsi ed a chiudersi al mondo, convive e si contrappone l’aspetto umano in un’antitesi che porta il protagonista sull’orlo del suicidio. Ma è proprio nel momento più tragico, quello in cui ormai sembra che non esistano più né spiragli né speranze, si apre la porta irrazionale del “teatro magico”, un teatro “solo per pazzi” che condurrà Haller in un viaggio onirico nel profondo della propria interiorità, in una vera e propria rappresentazione del puro inconscio. In questo viaggio l’Io si manifesta come una moltitudine di sfaccettature tra di loro simbiotiche ed allo stesso tempo in perenne contrasto, una singolarità che comprende una pluralità ed Haller scoprirà che si può imparare a ridere di sé ed a vivere la vita con ironia. La struttura narrativa del romanzo è apparentemente frammentaria, è assente la suddivisione in capitoli, manca un narratore unico, il lettore è messo di fronte ad un continuo susseguirsi di eventi, che si dispiegano all'interno di racconti su tre piani narrativi diversi: l'introduzione scritta da un "curatore delle memorie di Haller", lo scritto autobiografico di Haller e il Teatro Magico, attraverso i quali si snoda il percorso interiore del protagonista del romanzo. Un romanzo in cui è facile ritrovare motivi decadenti (Baudelaire, Mann, Pirandello, …) e forti influssi del misticismo orientale e della psicanalisi.

Un caro saluto
Rosa

venerdì 18 aprile 2008

incontro di aprile

ieri, 17 aprile, ci siamo ritrovate in cinque: Lucia, Rosa, Cristina, Grazia ed io.
Il primo libro commentato è stato " le parole tra noi leggere" della Romano; Cristina non l'ha apprezzato per niente, ritiene che forse il successo della scrittrice sia stato un po' pilotato; a lei il libro non ha trasmesso niente. La figura del figlio le è apparsa molto problematica, una persona quasi psicopatica, specialmente per la smodata passione per le armi e l'episodio dell'uccisione del gatto.... Grazia invece ha colto dei punti in comuni con la scrittrice, madre di un adolescente difficile con tutti i problemi conseguenti. Personalmente il libro l'ho trovato scorrevole e mi ha interessato, anche se non sono entrata in empatia con la scrittrice; mi è parsa però un po' ossessiva questa attenzione della madre verso il figlio, quel raccogliere tutti i suoi scritti e in certi momenti la sua critica non mi è sembrata sincera, mi sembrava piuttosto che pensasse che il figlio fosse un genio incompreso... Aspettiamo il giudizio di Rosa che si accinge a leggere il libro.
Cristina ci ha parlato poi de " Il bel'Antonio", di Vitaliano Brancati, che ha ascoltato a Radio 3. Su questa emittente, infatti, la mattina ( credo dalle 9.30 alle 10 ) leggono un romanzo. La critica è stata entusiastica e ce lo consiglia.
Altro libro letto da Cristina " Tre camere a Manhattan " di Simenon.
Rosa ci ha parlato di " chiedi alla polvere " di John Fante, di cui già aveva scritto in un post precedente e di Lessico famigliare. Entrambi vanno come proposte di letture per il prossimo incontro.
Lucia prosegue le sue letture in lingua francese: La canzone di Carlo V, di Orsenna. Poi ci ha raccontato che ha seguito un ciclo di rappresentazioni teatrali a Lucca, appena concluse, tra cui Madre coraggio, di Brecht e Le voci di dentro, di De Filippo.
Personalmente ho ricordato che tra poco ci sarà a Firenze, Fortezza da Basso, la mostra dell'Artigianato ( consultare internet per le date precise. Consiglio di andare in treno perchè dalla stazione ci si arriva in 5 minuti con l'apposito sovrapassaggio.
Io andrò il 27; di solito parto la domenica mattina, porto una merenda al sacco perchè all'interno si fanno code per miseri panini e poi mi godo tutti gli stand. Per chi non ha problemi di linea ci sono anche molti assaggini di prodotti tipici ( formaggi, acciughe siciliane, vini tipici, ecc. ).
Il mio stand preferito è quello della Provenza ( lo si può intuire dalle tovaglie che metto sul tavolo ).
Prossimo incontro giovedì 29 maggio. Tra i libri consigliati per questo mese ricordo anche Uomini che odiano le donne, di Larsonn, per chi lo trova. Personalmente proverò ad acquistarlo on line, perchè in libreria è esaurito.
Gloria

sabato 5 aprile 2008

le parole tra noi leggere

Ho terminato " le parole tra noi leggere " di Lalla Romano, libro che vinse il premio strega nel 1969 e che ormai in libreria non si trova più.
E' un libro di ricerca; la Romano ricostruisce attraverso ricordi, episodi, temi, lettere, ecc. la personalità del suo unico figlio Piero, ragazzo del tutto fuori dagli schemi, allergico alla scuola tradizionale, eppure colto e molto intelligente, portato per attività manuali però non adatto ad un vero e proprio lavoro. La Romano e il marito seguono la crescita di questo ragazzo con crescente apprensione e smisurato amore. Colpisce l'obiettività dell'autrice che scava con totale onestà nelle pieghe della vita sua e del figlio, senza concessioni a tenerezze materne, mettendo sempre al primo posto la sua onestà intellettuale.
Adesso ho iniziato " chiedi alla polvere " di John Fante, spinta dal giudizio positivo di Rosa.
Spero di leggere presto notizie da lettrici/lettori.
Gloria

mercoledì 2 aprile 2008

appuntamento di aprile

Il giorno stabilito è il 17 aprile, giovedì. Purtroppo non si riesce a trovare un giorno che vada bene a tutte!!
Chi non può venire lasci sul blog, anche come commento, delle date per maggio, così ne terremo di conto.
Gloria

martedì 25 marzo 2008

cambio data

Carissime,
causa intervento che ha fatto oggi mia suocera, devo spostare l'incontro di domani, perchè devo andare a Pisa in ospedale nel pomeriggio.
Vi propongo mercoledì 16 aprile; tra l'altro personalmente avrò tempo per terminare il libro del mese, che ho avuto con molto ritardo ( me lo ha prestato Grazia, perchè nessuna libreria di Livorno l'aveva ).
Fatemi sapere se il giorno va bene. A presto Gloria

giovedì 20 marzo 2008

Chiedi alla polvere

Carissime, sto avendo qualche difficoltà a trovare in libreria il nostro libro del mese. Spero di riuscirci durante queste vacanze. Intanto ho letto "Chiedi alla polvere" di John Fante. Per chi piace la letteratura americana è un libro da non perdere. Penso che possa essere definito un romanzo di formazione con moltissimi riferimenti autobiografici, in cui il protagonista, il giovane Arturo Bandini, racconta in prima persona la sua esperienza per diventare uno scrittore, l'unico modo per vivere e per sentirsi vivo e la sua impossibile storia con Camilla. Un personaggio complesso e contraddittorio Bandini, cinico e struggente, timido ed aggressivo, egoista e capace di slanci generosi, indeciso e testardo, in bilico tra l'adesione all'educazione religiosa che ha ricevuto e la voglia di sfuggirle, comunque impietoso verso se stesso. Sullo sfondo la California descritta da moltissimi Autori americani, una Los Angeles dove le speranze e le disillusioni della gente si confondono, dove cittadini "di serie B" cercano in qualche modo di far parte del sogno americano.
E infine la polvere, una specie di coprotagonista di tutto il romanzo, la polvere dei deserti che fiancheggiano Los Angeles, deserti reali, ma anche deserti spirituali, delle strade di terra rossa dell'Est, polvere che non può risponderti niente, che copre tutto con il passare del tempo, a cui poi tutto si riduce alla fine, polvere che ti rimane tra le mani quando il desiderio e la felicità scivolano via. Fante stesso dice
«L’ho intitolato “Chiedi alla polvere” perché in quelle strade c’è la polvere dell’Est e del Middle West, ed è una polvere da cui non cresce nulla, una cultura senza radici, una frenetica ricerca di un riparo, la furia cieca di un popolo perso e senza speranza alle prese con la ricerca affannosa di una pace che non potrà mai raggiungere. E c’è una ragazza ingannata dall’idea che felici fossero quelli che si affannavano, e voleva essere dei loro».
Se lo leggerete e vi piacerà, un consiglio: non guardate il film perché con il romanzo c'entra veramente poco!
Tanti cari auguri di buona Pasqua a tutti.

Rosa

lunedì 17 marzo 2008

cambio data

Abbiamo cambiato la data dell'appuntamento, che è per il 26 marzo, stessa ora.

A presto Gloria


domenica 9 marzo 2008

prossimo incontro

Prossimo appuntamento giovedì 27 marzo con " Le parole tra noi leggere".
Gloria

mercoledì 27 febbraio 2008

Carissime, ho terminato l'altro libro di Jonathan Coe "La banda dei brocchi".
Prima dell'incontro di domani come di consueto condivido le mie impressioni.
A me è piaciuto moltissimo, mi ha regalato tante emozioni ed ha suscitato tanti ricordi.
E' un viaggio che comincia nell'Inghilterra del 1973 e percorre tutto un decennio, descrivendo la realtà quotidiana di un gruppo di adolescenti e delle loro famiglie, gli eventi di un microcosmo sullo sfondo dei quali ci sono la società, la cultura, la politica di un'epoca.
La tecnica è sempre quella del flash-back a cui Coe ci ha abituato: dall'incontro nel 2003 a Berlino di due giovani, Sophie e Patrick, figli di due dei protagonisti, parte il racconto di una storia che concentrandosi di volta in volta su un personaggio, allarga progressivamente lo sguardo al mondo che vi ruota intorno. Un romanzo corale con storie che si intrecciano tra di loro e che si intrecciano con la Storia, in un'Inghilterra divisa e scossa dalla violenza.
La narrazione è varia, si alternano punti di vista diversi, si ntrecciano articoli della rivista scolastica "La bacheca", appunti autobiografici, pagine di diario, lettere, …. , alla fine del romanzo abbiamo anche un flusso di coscienza (meno male con qualche residuo di punteggiatura rispetto a Joyce!): non sempre è facile da seguire, ma è avvincente.
Come in altri romanzi, penso ad esempio a "La pioggia prima che cada", la contestualizzazione avviene attraverso le descrizioni degli abiti, della musica, degli atteggiamenti.
Gradualmente accompagnamo i protagonisti nella loro esperienza liceale fino alle loro scelte successive, spesso forzate dagli avvenimenti, ma accompagnamo anche l'Inghilterra nel passaggio al thatcherismo.
Tanta ironia in questo romanzo, ma anche tanta nostalgia.
Un caro saluto.

Rosa

mercoledì 13 febbraio 2008

Gioco

Care amiche, dopo aver chiarito con Gloria l'equivoco relativo al libro "la pioggia prima che cada", vi propongo un gioco.
L'argomento ha a che vedere con i libri dal momento che trovate questo gioco (con relativa soluzione), in un libro il cui titolo vi svelerò poi.

Supponiamo che io disponga di 5 dischetti, tre di colore bianco e due di colore nero.
Chiamo tre persone in una stanza (supponiamo Gloria, Rosa e ... non ricordo altri nomi, diciamo Giovanna) e fisso sulla schiena di ciscuna di voi tre un dischetto.
In questo modo, ciascuna di voi può vedere il colore del dischetto posizionato sulla schiena delle altre due, ma non il proprio.
Il gioco consiste in questo:
Ognuna di voi deve indovinare il colore del dischetto che ha sulla propria schiena e, una volta indovinato deve uscire dalla stanza e venire da me dicendomi il colore del proprio dischetto e spiegandomi come ha fatto a indovinare.
Alcune semplici e intuitive regole sono:
-non potete parlare tra di voi, ne comunicare in altro modo
-non potete staccare il dischetto che avete sulla schiena
-non potete tirare a indovinare (né valgono calcoli di probabilità).

Il gioco inizia e una ipotetica giocatriche (diciamo Gloria, ma il discorso vale per tutte) vede che:
- le altre due hanno entrambe un dischetto di colore bianco
- nessuna delle due esce dalla stanza, il che significa che nessuna delle due ha indovinato (altrimenti verrebbe a dirmi la soluzione)

Tenete bene a mente che entrambe le informazioni sono preziose (cioè che Gloria vede due dischetti bianchi e che osserva che nessuna delle altre due ha indovinato) e ricordate che i dischetti disponibili sono in totale tre bianchi e due neri.

Di che colore è il dischetto che è fissato sulla schiena di Gloria ?

A presto.

venerdì 1 febbraio 2008

"La pioggia prima che cada"

Cari amici a che punto siete? Io ho terminato "La pioggia prima che cada" e condivido quindi le mie impressioni.
L'ho letto tutto d'un fiato sia perché la storia è riuscita a coinvolgermi sia perché Coe scrive, come sempre, in un modo piacevole e scorrevole.
Sinceramente mi sono piaciuti molto di più "La casa del sonno" e "La famiglia Winshaw" e credo che forse chi ha letto questi due libri può rimanere deluso perché non ritrova la stessa originalità o elementi come l'ironia, la coralità dei personaggi, l'analisi sociale e storica.
Ho ritrovato con "La casa del sonno" alcune corrispondenze come la tematica dell'omosessualità e soprattutto la bella scena della spiaggia in riva al lago.
Credo comunque che sia giusto che uno scrittore non sia ripetitivo e possa cimentarsi in esperienze narrative diverse. In questo romanzo la trama è più lineare, il tono più uniforme.
Mi è piaciuto l'espediente delle fotografie attraverso le quali Rosamond, in prima persona, racconta ad Imogen la sua storia e
ricostruisce le vicende di una famiglia attraverso tre generazioni, dalla seconda guerra mondiale al nuovo millennio: il racconto perde in approfondimento, ma ne guadagna in scorrevolezza ed in coinvolgimento. Come spesso avviene, il flusso dei ricordi non segue una linea logica e temporale precisa, ma affiora in modo disomogeneo suscitato dalle immagini che anche noi, come Imogen, non possiamo vedere, ma Rosamond con le sue descrizioni ci immerge nei colori e nei profumi del paesaggio inglese, ci fa conoscere i vari personaggi e ci fa avvertire lo scorrere del tempo.
Oltre la memoria una tematica fondamentale è l'anaffettività materna che segna in maniera inesorabile, nel corso delle generazioni, il destino dei personaggi che sono allo stesso tempo vittime e carnefici: il dolore di non essere amati genera a sua volta dolore e disperazione, l'aridità produce aridità, le ferite subite non guariscono mai. Il
passato in realtà non passa mai completamente e continua a manifestarsi nell'esistenza delle persone, condizionandone scelte e comportamenti. Mi ha colpito che paradossalmente a volte gli artefici di questo enorme dolore sono in altri contesti persone apprezzatissime, a dimostrazione del fatto che un individuo è psicologicamente complesso e presenta sempre diverse sfaccettature.
La fine, ma non la voglio anticipare, mi è piaciuta meno perché mi è sembrata per le troppe coincidenze davvero forzata.
Bello invece il titolo che esprime la domanda di fondo che percorre il libro: nei destini delle persone c'è un disegno, un senso, oppure tutto è frutto di coincidenze? una domanda che rimane senza risposta, perché se la rivelazione, come la pioggia prima che cada, è comprensibile nel pensiero, non è possibile nella realtà.

Inserisco i link di una recensione che mi è sembrata interessante e di una intervista con l'autore.
http://www.stradanove.net/news/testi/libri-07b/lapic1211071.html

http://www.stradanove.net/news/testi/libri-07b/lapic1911071.html

Aspetto le vostre impressioni

Rosa

venerdì 25 gennaio 2008

ANNO NUOVO LETTURE NUOVE

Il tema principale dell'incontro di Gennaio è stato quello de " Le Confessioni", che abbiamo iniziato a leggere e che continueremo strada facendo, discutendone man mano. Non è un testo da leggere tutto d'un fiato, conviene leggerlo a brevi capitoli e riflettere.
E' stato detto che questo libro nel corso del tempo ha avuto diverse interpretazioni, da libro di meditazione, poi storico, infine di analisi psicologica.
"Dipende dal lettore, dalla sua mentalità, dal suo proprio orientamento psicologico, la maggiore attenzione rivolta a questo o quell'elemento" ( Christine Mohrmann ).
Cristina ha letto di recente " via delle Oche" di Carlo Lucarelli, L'Isola dell'angelo caduto, e infine La finestra di Mario Soldati, autore sempre piacevole: la storia parte da un quadro che due persone vedono ad una mostra; la donna riconosce un particolare della propria casa, appunto la finestra...
Lucia ha letto L'arte della semplicità di Dominique Loreau, un testo che ha acquistato qualche giorno fa a Parigi, dove è stata ancora una volta, suscitando una certa invidia da parte di tutte noi....ha acquistato numerosi altri libri, che a lei servono anche come studio della lingua.
Grazia ci ha parlato con entusiasmo di " Un Uomo " della Fallaci, che parla della vita di Panagulis ed è veramente struggente.
Rosa ha letto La casa del sonno e la famiglia Winshow di Jonathan Coe, che ha apprezzato moltissimo.
Riagganciandomi a questo ho proposto come libro del mese La pioggia prima che cada, dello stesso Coe e per chi vuole approfondire il tema del post modernismo La condizione post moderna di Jean Francois Lyotard ( Feltrinelli ) , un saggio sulla società post moderna, la nostra.
Infine cito la mia ultima lettura: il Giardino di cemento, di Mc Ewan, libro incentrato su una torbida storia familiare un po' angosciante. Ha richiamato alla memoria di Rosa e Cristina il signore delle mosche, anch'esso molto angosciante.....per l'uso prolungato di queste letture consultare il medico.
Ci sono tante iniziative promosse dal Comune nell'ambito del programma " Itinerari livornesi". Consultare il sito del Comune e poi scrivere possibilmente sul blog se qualcuno partecipa!!
Prossimo appuntamento per il thè delle 5 giovedì 28 febbraio.
Gloria

martedì 22 gennaio 2008

incontro del 23 gennaio

La gita a Lucca di domani è saltata,un po' per motivi di salute, di lavoro, ecc. delle varie compenenti del gruppo e un po' perchè penso che non tutte ne avessero una gran voglia.
Non importa, anzi è giusto che ciascuno faccia le cose se ci tiene veramente!!
Ci troveremo alle 5 da me per il the'.
Sto leggendo Le Confessioni, libro molto particolare che non mi sta entusiasmando, ma che leggo comunque volentieri perchè ritengo che sia una tappa importante di un percorso culturale.
Ho terminato intanto Il giardino di cemento di Mc Ewan, di cui vi parlerò domani.
Prossimo obiettivo terminare " La pioggia prima che cada" di Coe, regalatomi da Salvatore e di cui mi ha parlato in termini entusiastici Claudio, che lo ha finito ieri.
Questo libro appartiene alla corrente del post modernismo di cui avevo già fatto cenno in precedenza e che mi propongo di approfondire con molte altre letture che ho già pronte sul comodino....praticamente il mio comodino non si vede quasi più, c'è una pila di libri tipo torre di Pisa.
Ciao Gloria

martedì 1 gennaio 2008

BUON ANNO!!

Buon 2008!
Appuntamento il 23 gennaio ore 9.11 alla stazione di Livorno con destinazione Lucca, dove andremo a visitare una interessante libreria e anche qualche scorcio della bellissima città. Portarsi dietro " Le confessioni di Sant'Agostino", libro del mese, che è pubblicato sia in forma integrale che sintetica; anche se non si fosse letto tutto non importa, ne inizieremo a discutere in treno, sperando che non ci prendano per squilibrate ( o forse lo siamo davvero? )
A presto. Un abbraccio alle mie care amiche e a tutti coloro che seguono il blog.
Gloria