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martedì 25 dicembre 2012

Buon Natale!

Carissime, dopo un lunghissimo silenzio, eccomi ancora qua a farvi gli auguri più cari di buon Natale. Non è un momento facile per alcune di noi per vari motivi, ma che la Speranza non ci abbandoni mai e ci renda comunque e nonostante tutto sereni. Spero tanto che possiamo presto rincontrarci di persona, ma intanto utilizziamo questo mezzo per condividere pensieri e letture. A proposito di letture, vista la giornata di oggi, vi presento uno dei libri che ho letto negli ultimi tempi. Si tratta di "Il paese dei bambini che sorridono" di Pam Cope, non siamo di fronte a della letteratura, ma a un libro semplice, ma vero e interessante. E' infatti la storia di Pam Cope, una donna come tante altre che vive un'esistenza come tante altre, famiglia, figli, lavoro, amicizie, benessere, che improvvisamente viene sconvolta da una tragedia, la morte del figlio. Tutto il suo mondo si briciola e anche lei rischia l'annientamento fisico e psicologico, ma per una serie di circostanze questa donna riesce a trasformare la proprie lacrime nel sorriso di tanti. E' bella una delle sue citazioni "una coincidenza è un piccolo miracolo in cui Dio sceglie di rimanere anonimo" perché, per chi ha fede, quello che le capita è davvero un miracolo. Non solo riuscire a riemergere dall'abisso di dolore in cui era caduta, ma soprattutto a fondare l'associazione Touch A Life che si impegna appunto a dare un sorriso a bambini che hanno bisogno di aiuto in diverse parti del mondo. E' un'opera in cui si è impegnata in prima persona, prima in Vietnam, poi in Cambogia, infine in Ghana. Come vi dicevo è una storia che senti vera in ogni pagina, nella descrizione della sua vita normale, della tragedia che ha vissuto e della realtà di un mondo lontanissimo dalla nostra concezione. Ti scuote soprattutto la descrizione dei bambini schiavi in Ghana utilizzati nella pesca, si stima che siano settemila. E questa è solo una parte dei bambini che vivono in situazioni per noi inimmaginabili.  Si pensa che sia impossibile liberarli tutti, ma Pam ci dice che invece è facile, basta fare ciò che possiamo e prenderne uno alla volta perché Uno è Più di Nessuno! Un caro abbraccio a tutte voi. Rosa 

domenica 30 settembre 2012

Domenica al teatro

Care amiche, volevo segnalarvi che sono usciti i cartelloni con le stagioni teatrali di Lucca e di Pisa, con diversi spettacoli interessanti la domenica pomeriggio.Dateci un'occhiata.  Quest'anno ho visto che c'è qualche spettacolo di domenica anche al teatro Goldoni, ma non è specificato l'orario, quindi al momento non so dirvi se si tratta di pomeridiane (sarebbe una bella novità!). Rosa

L'Aspra Stagione

Ancora un tassello del puzzle che sto componendo per capire, a modo mio, la storia degli anni di piombo del nostro Paese. Dopo il libro di Mario  Calabresi e quello della madre di Valerio Verbano, ecco l'"Aspra Stagione", di Tommaso De Lorenzis e Mauro Favale, due giovani giornalisti che raccontano uno spaccato che va dai '70 agli '80, attraverso la storia di Carlo Rivolta. Giornalista di Paesa Sera, poi di Repubblica, infine di Lotta continua, Rivolta non è solo un testimone dei fatti che si succedono in quegli anni, ma uno che si mette in gioco completamente, protagonista lui stesso delle lotte studentesche e dei movimenti operai di quegli anni.
Non solo, le sue cronache raccontano anche il terremoto dell'Irpinia e la tragedia di Alfredino Rampi, come anche l'America dei primi anni '80, con la fine dei miti giovanili degli anni sessanta.
La figura di Carlo Rivolta è quella di un giornalista che scrive con grande rigore morale, senza cedere alle esigenze dell'editore, ma anche quella di una persona  tormentata e sola, che finisce per cadere nella schiavitù dell'eroina, non comprendendo all'inizio di stare imboccando una strada senza uscita. Muore in una notte di febbraio dell'82, più o meno volontariamente, quando capisce che per lui non c'è più scampo dalla maledetta droga.  
Giudizio più che positivo sul libro, in particolare ho trovato molto interessante la storia del rapimento Moro e inoltre scritto in modo molto originale: è stato un po' come zizagare per Roma e per l'Italia degli anni '70 con una vecchia 500.  Purtroppo ti lascia l'amaro in bocca per quel"cronista di ieri che non potè vedere l'oggi, ma ne sentì il fetore in avvicinamento".
A GIOVEDI' 4.
Gloria

sabato 29 settembre 2012

Ultime letture estive

Carissime amiche, Grazia in questi giorni ci segnalava una mancanza di post sul nostro blog ormai da diverso tempo. Un appello: non lasciate solo a me e a Gloria il compito di arricchire questo nostro angolo perché è un periodo in cui siamo sempre più pressate dal lavoro e poi sarebbe comunque più interessante sentire le voci di tutte. Comunque di me non vi liberate facilmente e quindi eccomi qui a proporvi le mie considerazioni sulle ultime letture di questa estate. Intanto partiamo dall'ultimo romanzo di Elizabeth George "Questo corpo mortale" che vede il rientro a Scotland Yard dell'Ispettore Linley, la squadra è però coordinata dall'Ispettore Ardery che con il suo comportamento non sa certo catalizzare le simpatie nè dei lettori nè dei suoi collaboratori. L'enigma riguarda l'omicidio di una ragazza in un cimitero di Londra e le azioni si dividono tra questa città e la New Forest, in un ambiente che sembra quasi di altri tempi. La matassa è come sempre molto intricata, ma lentamente si dipanerà. La George usa l'interessante tecnica narrativa, già adoperata in altri suoi romanzi, di una narrazione parallela tra due vicende, avvenute in tempi lontani fra loro e che apparentemente non hanno alcuna connessione. A mio avviso però viene adoperata in maniera eccessiva e alla fine appesantisce troppo il romanzo. C'è poi un'eccessivo dilungarsi su particolari che vogliono suscitare solo raccapriccio nel lettore, già riscontrato in particolare negli ultimi romanzi. Anche la trama in certi momenti mi è sembrata un po' forzata. Insomma non è il migliore romanzo di questa Autrice che ho letto e mi ha un po' deluso. Un libro mi aveva poi colpito in libreria, "L'albergo delle donne tristi" di Marcela Serrano. Mi intrigava l'idea di un albergo gestito da donne per donne in cerca di conforto dove si intrecciano storie molto diverse tra loro ed è possibile condividere sogni ed emozioni. La presentazione era quella di "un grande romanzo dedicato alle ombre dell'anima femminile" e quindi mi sono buttata nella lettura. Il consiglio? Non leggetelo. Sono arrivata faticosamente fino in fondo per forza di volontà nella speranza di trovare alla fine qualcosa di valido, ma è stato sempre peggio. La prima parte, "la ballata del cuore infranto" presenta l'arrivo all'albergo della protagonista, Floreana, l'incontro con Elena, la donna che gestisce l'albergo, e le altre ospiti, con il loro carico di problemi. Non c'è un vero approfondimento psicologico, nè riesci ad entrare in sintonia con nessuno di loro, Elena poi è odiosa nella sua perfezione. La seconda parte "La Quarta di Brahms" è una lunghissima ed estenuante lettera in cui la sorella di Floreana racconta ad Elena perché Floreana è in questo baratro di tristezza: tutto sembra legato alla morte di una terza sorella. In realtà mi pare che il problema sia in realtà la mancanza di un uomo come poi di fatto per tutte le ospiti dell'albergo. Nella terza parte "Rara, como encendida" il percorso di Floreana nel suo soggiorno. Non mi dilungo, ma mi rifiuto di credere che questo è l'universo femminile. Avevo bisogno di una boccata di buona letteratura e tra gli scaffali ho ritrovato " Le notti bianche" di Dostoevskij, una rilettura che mi ha riconciliato con i libri. Che dire di un classico? Che se non l'avete letto, leggetelo. Il sottotitolo, "dalle memorie di un sognatore", vi presenta già il protagonista che, in prima persona, racconta quattro notti che vedono nascere l'amore e l'abbandono. Splendide le prime pagine in cui viene descritta San Pietroburgo e la notte entra subito in campo come protagonista già nell'incipit: "Era una notte incantevole, una di quelle notti, come ci possono forse capitare solo quando siamo giovani, caro lettore". Quattro notti e poi un mattino che non porterà più luce, ma meglio farà vedere l'oscurità, anche se per sempre rimarrà un intero attimo di beatitudine "Ed è forse poco seppure nell'intera vita di un uomo?" Bellissimo! Sempre per andare sul sicuro sono poi passata a un libro di cui avevo sempre sentito parlare e di cui conoscevo la trama, ma che non avevo mai letto: "1984" di George Orwell. Il genere è quello della fantascienza  antiutopistica o dell'utopia negativa, in cui vengono proiettate nel futuro disagi e preoccupazioni presenti, che ha visto proprio in questo testo come nel "Il mondo nuovo" di Huxley, i propri capostipiti. Il mondo che ci viene rappresentato è un mondo basato sull'odio, sulla violenza e sullo squallore dove non esiste più alcuna libertà e le persone sono costantemente controllate dal Grande Fratello. Il sospetto pervade ogni cosa, non c'è spazio per le relazioni umane, per la cultura, per la religione. Per il Partito non è sufficiente controllare le azioni, ma è necessario controllare il pensiero.  Non voglio raccontarvelo nei dettagli perché vi consiglio di leggerlo: è scritto molto bene e decisamente interessante, la narrazione in terza persona con uno stile essenziale ed asciutto ti coinvolge nella storia facendotela vivere e il finale non è per niente banale nè scontato. Un mondo assurdo, ma non più di tanto: Orwell giustamente vuole  evidenziare il pericolo insito nell'appiattimento delle coscienze e dei sentimenti, nella massificazione della società, nella manipolazione dell'informazione. Infatti fortunatamente non viviamo nel mondo descritto in "1984", ma alcuni elementi presenti nel libro con i suoi effetti sono comunque presenti anche nel nostro mondo. Un abbraccio a tutte. Rosa

sabato 18 agosto 2012

Letture estive

  Care amiche, Gloria nel suo post ha centrato quale era il mio giudizio sui libri che avevo letto. "Mr Gwyn", il libro di Baricco, pur essendo scritto molto bene e partendo da un'idea originale (quella di uno scrittore che "dipinge" con le parole dei veri e propri ritratti delle persone che posano davanti a lui facendoli avvicinare a quella che è la loro realtà più profonda) non mi ha saputo prendere nè emozionare. Sarà un problema mio con questo autore! Diverso il libro di Franco Di Mare, una scrittura non letteraria, ma più da giornalista, come è d'altra parte l'Autore, che con molta semplicità racconta una storia vera, quella dell'amore a prima vista di un inviato di guerra con una bambina. E' la sua storia e questo trapela in tutto il libro. Fa da sfondo la guerra nella ex Jugoslavia descritta con tratti significativi. Ho ritrovato nelle sue descrizioni quanto ho provato lo scorso anno quando, durante un pellegrinaggio a Medjugorje, sono stata a Mostar. Tutto è ormai ricostruito materialmente, ma una città dove convivevano pacificamente e in modo anche originale più religioni adesso è ancora divisa e ci sono sempre quelli che stanno "dall'altra parte". Una distesa di croci sulle colline e nei giardini della città testimoniano tutto l'orrore che c'è stato. Bellissimo "Avevano spento anche la luna" dove l'Autrice racconta, prendendo spunto da vicende realmente accadute, la tragedia del genocidio in Lituania da parte di Stalin. Non è certo un libro da ombrellone, ma lo consiglio perchè credo che sia importante mantenere la memoria di questi avvenimenti sia per rispetto verso le vittime sia per ricordarci come è facile per l'uomo cadere nella barbarie. Questo è poi un capitolo di storia che io ad esempio non conoscevo assolutamente. E' un libro scritto molto bene, che ti prende dalla prima pagina fino alla fine. La narrazione è in prima persona, ma gli avvenimenti del presente vengono messi a stridente confronto con  racconti sereno passato che li rendono ancora più tragici. Pur nella crudezza del racconto l'Autrice non indulge nel voler  suscitare  nè raccapriccio nè pietismo, ma vera "compassione" e invito comunque alla speranza, trovando briciole di umanità anche in questo orrore. Non perdetelo! 
Dopo il nostro incontro, oltre agli ultimi libri che mi erano rimasti da leggere del Commissario Montalbano, una vecchia conoscenza e, per me, una novità.
La vecchia conoscenza è Jonathan Coe con il suo "Questa notte mi ha aperto gli occhi". E' la terza opera di questo Autore e quindi rivela dei tratti ancora di immaturità: niente a che vedere con il livello di altri romanzi successivi e quindi non è certo il libro adatto per avvicinarsi a questo scrittore, ma per chi ha letto molte sue opere può valere la pena per conoscerlo meglio. Già si vede la capacità di scrittura capace di coinvolgerti, l'utilizzo sapiente del flash-back, l'ironia, il mettere a nudo il disagio di una generazione incapace di comprendere la propria identità e di dar seguito ai propri sogni. Il filo conduttore è la musica, ma con una serie di descrizioni tecnicistiche che, per chi come me conosce giusto le sette note, impossibili da seguire e quindi costantemente saltate nella lettura. Nel finale purtroppo si perde completamente e mi sembra decisamente tirato per i capelli. La novità è Marco Malvaldi e le sue inchieste ambientate sul litorale tra Livorno e Pisa nell'immaginaria Pineta (ma per chi conosce i luoghi è facile capire quale è il vero riferimento). Io ho letto il suo primo libro "La briscola in cinque" e devo dire che è stata una lettura divertente. Non è un  vero romanzo giallo (io ho capito subito il colpevole, gli indizi non erano riportati in modo corretto, etc), ma l'inchiesta è più che altro la scusa per raccontare lo spaccato di una società. Siamo, a mio avviso, lontani anni luce da altri Autori che raccontano ambientazioni: senza riprendere il solito Camilleri, pensavo anche a Marco Vichi e Andrea Vitali; inoltre la scrittura non è eccezionale, basata fondamentalmente sul dialogo serrato, e il racconto è spesso infarcito di stereotipi (il calabrese duro di comprendonio, il livornese catena d'oro e gilet di pelle sul torace nuodo, etc). Comunque, nonostante questo, per passare alcune ore, il libro si legge facilmente e piacevolmente. Il  "barrista" Massimo, ma soprattutto i vecchietti del Bar Lume, nonno Ampelio, Aldo, il Rimediotti e il Del Tacca, sono delle vere e proprie figure che con le loro battute in vernacolo non possono fare a meno di farci sorridere e in questo periodo non è comunque poco.
 A lunedì. Rosa

sabato 21 luglio 2012

Paura e carne di Giorgio Todde

Ho letto con grande interesse questo libriccino portatomi dalla Sardegna, di un autore per me sconosciuto: Giorgio Todde,di professione medico oculista.   
Efisio Marini, il protagonista del romanzo, è un personaggio creato da Todde già nel primo romanzo di esordio ed è un medico realmente vissuto nella seconda 0metà dell'Ottocento. La sua competenza originalissima era di imbalsamare i cadaveri e viceversa di restituire al corpo, rigido nella morte, l'elasticità di un vivente. In questo romanzo, Marini ha l'incarico di imbalsamare tre vittime di una lunga serie di omicidi inspiegabili avvenuti nella sua città sul mare (in cui è facile riconoscere Cagliari). Questa commissione lo stimola a iniziare delle personali indagini sui tragici eventi densi di mistero occorsi in città, indagini che si scontrano con la facile soluzione data dalla polizia e che aprono a un intricato giro di traffici con l'altra sponda del Mediterraneo, quella africana, da cui partono droghe e passioni che hanno come esito la morte e il dolore.
La razionalità positivista del medico s'infrange così contro un universo oscuro e doloroso che mostra come l'infelicità e la povertà possano arrivare a produrre anche un'umanità spietata e pronta a tutto.

http://www.italialibri.net/opere/pauraecarne.html
Inserisco un link con un'interessante recensione
Gloria

Saluti da Ortisei in Val Gardena!!

Ciao a presto
Gloria

sabato 14 luglio 2012

Giovedì 12 luglio

Come al solito abbiamo parlato delle nostre recenti letture:
Vito Mancuso : Io e Dio (- )
Margherita Oggero : L'amica americana ( + )
Baricco : Mr. Gwyn ( - + )
Franco di Mare : Non chiedere perchè (++ )
Ruta Sepetys : avevano spento anche la luna (+++ ) attenzione bello e tristissimo
Carla Verbano : Sia folgorante la fine (+++ )
Jorge Amado : Mar Morto ( + )
Oriana Fallaci : Un cappello pieno di ciliege (+ )

Tranne nell'ultimo titolo, che ho letto personalmente, ho messo i + e i  - sulla base di quanto ho recepito dalla nostra conversazione, relata refero....
Oggi mi hanno regalato un giallo di Giorgio Todde, uno scrittore sardo, che mi è stato portato da Santa Teresa di Gallura. Mi accompagnerà in montagna, insieme ad altre letture che cercherò domani alla Gaia Scienza.

Carissime, sto preparandomi per la partenza verso la Val Gardena; ci vedremo LUNEDI' 20 AGOSTO con le coraggiose che restano in città. Lucia, se ci sei batti un colpo!! Ci hai abbandonato!!
Dove le trovi delle persone come noi? Forse in Provenza? No, non lo crediamo proprio...Ti aspettiamo, dai fatti viva.
Baci a tutte
Gloria

giovedì 7 giugno 2012

Ultime letture

Care amiche, in attesa del nostro incontro di domani, in corsa vi faccio un breve aggiornamento sulle mie ultime letture. "Il più grande uomo scimmia del Pleistocene" è un romanzo di Roy Lewis, scritto negli anni '60,  che narra le vicende di un gruppo di ominidi alla fine del Pleistocene. Anche se non è un libro divertentissimo, come viene spacciato, e l'idea originale dell'Autore viene portata avanti a volte un pò a fatica, con una ripetizione narrativa che in certi tratti lo rende un pò noioso, a mio avviso vale la pena leggerlo perchè, se si ha la costanza di arrivare fino alla fine, ti lascia tantissimi spunti di riflessione. In questo senso è interessante anche la recensione che trovate su questo blog: http://leggichetipassa.blogspot.it/2012/03/il-piu-grande-uomo-scimmia-del.html. L'Autore narra con ironia la storia dell'evoluzione verso l'homo sapiens attraverso la voce di uno dei giovani del gruppo, Ernest: la lotta per la sopravvivenza, la scoperta del fuoco, il matrimonio, ...con vantaggi e difficoltà. Si trovano a confronto due posizioni contrapposte, quella di Edward, il padre di Ernest, che ha dentro di sè una spinta innovativa continua e cerca sempre nuovi orizzonti e quella dello zio Vania (eccezionale la sua descrizione!) conservatore inveterato che si oppone ferocemente al progresso, paventando futuri disastri, pur usufruendone dei vantaggi. Ma il vero problema per Edward non sarà zio Vania, bensì i suoi stessi figli che non accetteranno l'idealismo del padre e considereranno le sue scoperte non proiettate per il bene dell'umanità, ma come fonte di potere per il gruppo. Un libro più profondo di quello che a prima vista può sembrare e dove emerge chiaramente che ancora oggi, pur con la nostra grande evoluzione, sotto molti aspetti, non siamo molto lontani da quel gruppo di ominidi del Pleistocene.  Di altro genere "Le prigioni che abbiamo dentro: cinque lezioni sulla libertà", un libro di Doris Lessing che raccoglie un ciclo di lezioni che la scrittrice tenne sul sottile confine tra la libertà e la brutalità, un saggio profondo e un'analisi sociale e antropologica, che si può più o meno condividere, ma è comunque molto accurata, per rispondere ad una domanda antica, ma sempre attuale: "Dove finisce la nostra libertà e dove comincia quella del vicino?". Infine "Mare al mattino", un breve, ma intenso romanzo di Margaret Mazzantini in cui il mare si trova tra due storie di dolore, quella di Jamila che fugge con il figlio Farid dalla guerra civile in Libia e quella di Angelina, che dalla Libia è stata cacciata con la sua famiglia in quanto italiana e che ancora, dopo tanti anni, ne porta le ferite. Non si incontreranno Jamila e Angelina, ma si incontra il loro dolore, entrambe sono vittime dell'odio che, se non viene estirpato dai cuori, porta solo sofferenza e distruzione. Un libro molto bello che intreccia l'attualità con una pagina di storia che si è preferito dimenticare e forse la sofferenza più grande per questi profughi è stata proprio quel sentirsi ignorati dallo Stato e dall'opinione pubblica, come se la colpa di tutto fosse loro: due volte vittime, ma per molti è stato più comodo così.

martedì 22 maggio 2012

Sia folgorante la fine: un salto negli anni di piombo

Carissime ho letto il bel libro, intervista/racconto, della madre di Valerio Verbano, un giovane ucciso a Roma negli anni in cui l'antagonismo politico sfociava frequentemente nella violenza, che mi ha prestato Gloria e che ha tanto entusiasmato Grazia. E' molto bello e nello stesso tempo agghiacciante perchè ci immerge in una storia tragica che non può non farci riflettere. E' ammirevole il coraggio e la dignità di questa mamma che, nonostante il grande dolore e l'età avanzata, riesce ad analizzare con lucidità quanto accaduto, compresi i diversi filoni dell'inchiesta e a tratteggiare un quadro preciso della realtà di quegli anni. Io, che in quegli anni sono vissuta in un ambiente lontano da queste situazioni dalle quali siamo stati solo sfiorati, ricordo gli avvenimenti più clamorosi che hanno tenuto banco per molto tempo sui giornali e i telegiornali, ma non avevo assolutamente la percezione della battaglia quotidiana che in certe città si viveva. Una battaglia che ha lasciato una scia di sangue lunghissima e in cui alcuni sono state delle vittime solo perchè facevano il loro lavoro o perchè si sono trovati nel posto sbagliato al momento sbagliato. Un vero orrore che è giusto non dimenticare perchè il rischio di ricorrere alla violenza per imporre il proprio pensiero è sempre purtroppo presente. Purtroppo anche questo è uno dei tanti crimini in cui lo Stato non è riuscito o non ha voluto fare giustizia: la mamma di Valerio spera ancora di arrivare alla verità, io sono più scettica perchè purtroppo mi sembra che non si venga mai veramente a capo delle cose. Il libro offre poi anche altri spunti come la difficoltà di entrare nella vita di un figlio adolescente di cui puoi renderti conto di non conoscere quasi niente oppure il sentirsi vicino tra chi ha vissuto una tragedia , anche se su fronti diversi, perchè accomunati dal dolore.
Dopo il libro di Calabresi, "Spingendo la notte più in là", ancora un libro per non dimenticare e, anzi, riflettere.
Rosa

domenica 13 maggio 2012

Saluti da Parigi

Carissime,
sono arrivata oggi a Parigi e già mi sento a casa a Saint Germain!!
Nell'appartamento ci sono anche tanti libri e perfino in italiano!!
Questa foto l'ho scattata alle bancarelle dei libri che la domenica affollano questo quartiere. A presto.
Gloria

venerdì 11 maggio 2012

nuova lettura

Dopo aver riletto con grande piacere " Le regole della casa del sidro di Jhon  Irving, ho deciso di affrontare nuovamente  Hotel New  Hampshire .La mia prima lettura risale al lontano 1987 ,quando il romanzo era alla sua terza edizione ne I grandi tascabili Bompiani. ,presentato unanimamente come il capolavoro di colui che allora era giudicato" il più importante scrittore della nuova generazione". E' la storia di una famiglia molto particolare composta da due genitori, 5 figli ,un cane, un orso ammaestrato ,tutti alla ricerca di un luogo perfetto per l'hotel New  Hampshire ( aprono un albergo con questo nome ovunque vadano) Un luogo dove ciascun membro della famiglia possa essere se stesso ....Sono giunta alla pagina 23...ne mancano solo 424  ..Terminata la lettura ne  riparleremo .Cristina

mercoledì 2 maggio 2012

I fantasmi del cappellaio

Carissime, ho letto in queste settimane un libro molto bello che vi segnalo. Si tratta di "I fantasmi del cappellaio" di Georges Simenon, un romanzo che si legge avidamente tanto ti prende. All'inizio sembra il solito poliziesco: un assassino semina il terrore in un quartiere strangolando delle donne anziane, ma è solo un'impressione. In realtà l'assassino è svelato dalle prime pagine e Simenon ci conduce invece, con il suo solito stile fluente e la sua bellissima scrittura, nel mondo interiore di due persone, un sarto e un cappellaio che condividono un segreto terribile e che li lega indissolubilmente. E' un romanzo con una forte finezza psicologica che ci accompagna nel profondo di una persona che si lascia gradualmente travolgere dal male fino a precipitare in un gorgo a cui non può più sfuggire. Ve lo consiglio, leggetelo.
Poi mio figlio mi ha prestato "Se una notte d'inverno un viaggiatore" di Italo Calvino. Sapete che io non amo molto questo scrittore che mi risulta sempre un pò indigesto, ma questo libro è davvero molto particolare. Anche se non mi ha entusiasmato (sarà la mia prevenzione verso Calvino...) sono contenta di averlo letto perchè è comunque molto interessante. Siamo di fronte a un metaromanzo, a un romanzo, anzi a più romanzi nel romanzo, un esempio tipico di romanzo postmoderno  intertestuale e ironico, con una mescolanza di diversi generi. Infatti il principale personaggio è il Lettore che acquista l'ultimo romanzo di Calvino, ma, per un errore di impaginazione non può continuare a leggere. In libreria, dove si reca per cambiare il libro, incontra Ludmilla, la Lettrice, a cui è successa la stessa cosa. I due cercano di completare la lettura del romanzo, ma ogni volta si trovano di fronte a un incipit diverso, dieci inizi di romanzi completamente differenti tra di loro per genere e stile. L'Autore parla direttamente anche al Lettore esterno in un gioco di complicità fino alla scoperta del perchè si sta verificando questa assurda situazione e alla conclusione consolatoria e ironica al tempo stesso. Ad oggi pomeriggio. Rosa

lunedì 30 aprile 2012

Appuntamento a giovedì 3 maggio

Carissime,
vi ricordo che il nostro incontro mensile è fissato per giovedì prossimo, 3 maggio. Vi aspetto!
Gloria

domenica 29 aprile 2012

Togliamo il disturbo di Paola Mastrocola

Questo libro mi è stato prestato da Rosa, che ha già pubblicato il suo commento. Condivido pienamente quanto scritto da Rosa; è un saggio sulla scuola oggi: cosa insegna, chi sono gli studenti, qual è stato il percorso politico-ideologico-culturale che ha portato al profondo mutamento della scuola attuale. Il quadro che delinea è sconfortante, ma purtroppo veritiero. L'autrice esprime in maniera perfetta quelli che erano i miei pensieri, le mie sensazioni, ma non suffragate dall'esperienza e da prove quali ci descrive la Mastrocola. Bisogna riconoscere che lei ha il coraggio di andare contro corrente, di andare contro la scuola delle "competenze", invece che delle "conoscenze", di sfatare il mito di internet, che ci dà l'illusione di sapere, ma che, se non possediamo la chiave di lettura, non ci insegna un bel niente e così via..
Un saggio che fa riflettere.
Gloria

venerdì 6 aprile 2012

auguri affettuosi di una buona Pasqua a tutte Cristina

domenica 1 aprile 2012

Buona Pasqua

Care amiche, vi faccio tanti cari auguri di buona Pasqua. Spero che possiate trascorrerla serenamente con le vostre famiglie e, naturalmente, con un buon libro! Io ho terminato di leggere "Le regole della casa del sidro" che mi aveva prestato Gloria. Condivido pienamente con il suo commento perchè il libro è veramente molto bello. A me era piaciuto molto anche il film che avevo rivisto poco tempo fa e che ha il pregio di avere anche una bella colonna sonora, ma per fortuna l'ho visto prima di aver letto il libro nei confronti del quale non può reggere assolutamente il confronto. Non dipende tanto dalla inevitabile sintesi, necessaria per condensare nei tempi cinematografici un romanzo molto lungo, ma il film non riesce pienamente a trasmettere la forza presente nel libro, a far capire il perchè di tante scelte, a delineare la psicologia dei personaggi, alcuni completamente eliminati, che hanno uno spessore ben diverso. Personaggi di cui puoi o meno condividere le scelte, ma che non ti lasciano comunque indifferente e che ti dispiace lasciare quando il romanzo è terminato.
Rosa

giovedì 15 marzo 2012

In attesa del nostro incontro mensile

Ciao care amiche, sto aspettando di uscire di casa per venire al nostro incontro mensile che attendevo con ansia. Vi aggiorno comunque sui libri di cui vi parlerò di persona più tardi. "Nessuno si salva da solo" della Mazzantini, un romanzo breve a cui mi ero accostata con tante aspettative rimaste in parte un pò deluse considerati gli altri romanzi di questa Autrice. E' una cruda e impietosa descrizione dello sfascio di una famiglia, della fine dell'amore di una coppia che si interroga del perchè e del quando tutto è cominciato a sgretolarsi e tenta di trovare in qualche modo un nuovo equilibrio. Il libro si legge agevolmente e l'argomento è quanto mai attuale, ma ti lascia un grande senso di desolazione e di vuoto, non c'è gran posto alla speranza e l'idea palesemente manifestata dall'Autrice di fotografare una generazione mi sembra riuscita solo in parte. Forse ci sono un pò troppi stereotipi e il mondo è decisamente più vario. Comunque il messaggio finale mi sembra comunque interessante, nessuno può pensare di salvarsi da solo, è impossibile, perchè comunque siamo legati gli uni agli altri. Interessanti anche i commenti su questo sito: http://www.lastambergadeilettori.com/p/chi-siamo.html, dove potete trovare interessanti recensioni su molti libri. Poi un classico "La figlia del capitano" di Puskin. Mi era venuta la voglia dopo aver visto l'orribile trasposizione televisa (ben lontana da quella mandata in onda tanti anni fa!)per tuffarmi invece in una bellissima opera poetica. Infine "Togliamo il disturbo" di Paola Mastrocola, il cui sottotitolo, "saggio sulla libertà di non studiare", esprime già la provocazione di questa Autrice su un certo modo di vedere il mondo della scuola. Mi piacerebbe sentire cosa ne pensa Cristina! Io mi sono ritrovata in molti pensieri della Mastrocola e significativo il suo commento "Questo libro è una battaglia, perchè la cultura non abbandoni la nostra vita e prima di ogni altro luogo la nostra scuola, rendendo il futuro di tutti noi un deserto". Ciao. Rosa

sabato 18 febbraio 2012

Il destino dei Malou di George Simenon

In un nebbioso pomeriggio di novembre, in una città della provincia francese, Eugene Malou si spara un colpo di pistola, dopo aver tentato invano di ottenere un prestito dal conte d'Estier.
L'uomo d'affari, dal passato oscuro, non lascia alla famiglia nemmeno i soldi per il funerale.
La moglie, che i familiari sospettano non abbia neppure venduto i gioelli per salvare la famiglia dalla bancarotta, abbandona la città e si rifugia a Parigi dalla sorella. La figlia, avvenente ragazza senza scrupoli, si stabilisce in un appartamento che l'amante, noto chirurgo sposato e con figli, le procura facendone l'amante ufficiale.
Solo il giovane figlio Alain, prese le distanze dalla famiglia, che per la prima volta vede con spietata crudezza, cerca di costrursi onestamente un'esistenza e nello stesso tempo intraprende la ricerca della verità su suo padre, che fino ad allora non aveva veramente conosciuto. Scoprirà il vero motivo del suicidio e soprattutto diventerà un uomo.
Mi aspettavo di più; Simenon è un grande scrittore che con poche righe riesce a far comprendere al lettore stati d'animo, atmosfere, situazioni complesse. Tuttavia ho trovato lo sviluppo della storia piuttosto superficiale e scontato. Aggiungo che per certi versi mi ha ricordato Gli Indifferenti di Moravia, di ben diverso spessore.

martedì 7 febbraio 2012

Aggiornamento sulle ultime letture

Carissime amiche, mi è dispiaciuto moltissimo non essere presente al nostro consueto incontro, ma, purtroppo, un imprevisto impegno di lavoro improrogabile mi ha costretto a rinunciarvi. Speriamo di non avere problemi per il prossimo! Intanto vi aggiorno sulle mie letture visto che non l’ho potuto fare di persona. Intanto ho letto “Acciaio”, di Silvia Avallone. E’ un libro che si legge bene perché comunque hai voglia di vedere come va a finire ed è interessante, considerato anche che si tratta del romanzo di esordio di una giovane Autrice, presentando alcuni spunti di riflessione sull’età adolescenziale, sullo sfondo della realtà di una provincia degradata, dal punto di vista prettamente femminile: gli uomini non ci fanno una gran bella figura, mentre le donne, comunque, hanno tutte uno spessore maggiore. La scrittura non è eccezionale e i personaggi potevano avere un approfondimento maggiore, a volte sembra che dentro ci sia finito un po’ di tutto, ma si rimane un po’ sulla superficie. Sinceramente mi sembra un romanzo sopravvalutato, la letteratura è altro. Considerato tutto lo scalpore che c’era stato quando è uscito, mi aspettavo di più o forse no, sempre meglio di “La solitudine dei numeri primi”… Delizioso invece “Un filo d’olio” di Simonetta Agnello Hornby che mi ha prestato Marisa e che avete già letto quasi tutte, un vero tuffo nei ricordi dell’infanzia in un mondo di altri tempi descritto con perizia attraverso i cibi e le ricette. Mentre lo leggevo un po’ riassaporavo anch’io la mia infanzia perché diverse ricette citate dall’Autrice fanno parte del mio patrimonio familiare. Anch’io ho ancora il quaderno, ora un po’ ridotto male, in cui mia madre scriveva con calligrafia di altri tempi le ricette della tradizione e le “nuove” che andava sperimentando. E’ su quel quaderno e ricordando i suoi gesti che ho imparato a muovere i miei primi passi in cucina e che ancora utilizzo per alcuni piatti, quelli più caratteristici, quelli delle ricette che passano attraverso i tempi. Riflettevo infatti che come esiste un “lessico familiare” fatto di parole e di suoni, così esiste un lessico familiare di sapori e di odori che permea la nostra storia e che si tramanda attraverso le generazioni. Peccato che tutto questo si stia un po’ perdendo e mi auguro di riuscire a “passare” anch’io i miei quaderni. Sono poi passata a tutto un altro genere “L’uomo che scambiò sua moglie per un cappello” di Oliver Sacks, un libro bellissimo, una raccolta di ventiquattro casi clinici, da leggere uno alla volta senza fretta, descritti con grande umanità da questo medico che non dimentica mai di trovarsi di fronte a delle persone prima che a delle malattie. La citazione da Lurjia: La capacità di descrivere, così comune nei grandi neurologi e psichiatri dell'Ottocento, oggi è quasi scomparsa... E' necessario ridarle vita, presente nelle prime pagine del libro ci introduce immediatamente nel cuore del libro. Il caso clinico diventa storia, una storia umana. Il titolo intrigante e che in libreria mi aveva colpito inducendomi all’acquisto, non è una metafora, come pensavo, ma la realtà di un caso clinico, un paziente, un eminente musicista che ha perso la capacità di riconoscere con lo sguardo oggetti e persone e che quindi scambia la moglie per un cappello. Terribile, anche perché per lo più per questi casi non c’è possibilità di guarigione, ma c’è comunque la possibilità di “vivere” se si riesce a vedere l’uomo e non solo la malattia. Da non perdere, in particolare per i medici. Infine un libro di Camilleri “Il gioco degli specchi”, un libro lontano da quelli a cui eravamo abituati, in cui si ritrova l’Autore soltanto nelle pagine finali, ma che volete, ormai sono affezionata al Commissario Montalbano e ai personaggi che lo circondano e mi fa sempre piacere ritrovarli nella lettura! Un abbraccio caro a tutte. Rosa

lunedì 6 febbraio 2012

letture varie

Complimenti a Cristina che con perseveranza ha finalmente pubblicato un post!!
E grazie delle informazioni sul canale che ci ha segnalato: speriamo che diano qualche altro sceneggiato di Maigret, anch'io sono una cultrice del genere...
Le nostre ultime letture ( o riletture ): Le regole della casa del sidro, riletto da Cristina.
Misery, di Stephen King, genere horror ma veramente notevole: è la storia di Paul Sheldon, scrittore di una serie commerciale con protagonista Misery, che a causa di un incidente si ritrova prigioniero di una psicopatica serial killer. Il libro è notevole perchè la storia, che si svolge praticamente in una stanza con 2 soli personaggi, riesce a creare un crescendo di suspence e di colpi di scena che cattura il lettore. Il protagonista si salverà proprio attraverso la scrittura del suo romanzo e questo, al di là della salvezza, gli darà la forza di resistere in condizioni estreme.
E ancora "Elogio dell'imperfezione" di Rita Levi Montalcini e il Vecchio e il Mare, classico di Hemingway.
Abbiamo deciso di ritrovarci il I marzo; nel frattempo mi è sopraggiunto un impegno di lavoro, quindi ci sentiremo via mail per concordare un'altra data.
Visto il tempo che fa chi può stia al calduccio a leggere!! Un bacio da
Gloria

venerdì 3 febbraio 2012

....eureka!

Care amiche, non potendo parlarvi ancora delle mie letture del mese, desidero segnalarvi una bella rubrica intitolata " La compagnia del libro " su tv 2000 canale 28 ogni mercoledì sera . é un canale che ho scoperto da poco,e mi piaceproprio per quelli che potrebbero essere definiti difetti :è una rete senza grandi pretese, un pò vintage, un pò retrò (che forse è la stessa cosa )., ma mercoledì, per esempio, ha trasmesso Maigret a Pigalle conGino Cervi , una vera chicca ! Se vi interessa il genere provare per credere .A presto Cristina

venerdì 27 gennaio 2012

saluto da Crstina

Provo a scrivere sul blog

sabato 14 gennaio 2012

Le regole della casa del Sidro

Il romanzo, di John Irving, narra la storia di Homer Wells, orfano cresciuto a St.Clouds sotto l'ala protettiva e la guida del dr. Larch. L'orfanotrofio, microcosmo isolato dal mondo, fa da sfondo all'intera vicenda; là il dottor Larch assiste le partorienti e pratica aborti, per impedire che donne sole e sventurate capitino tra le mani di macellai.
Il giovane Homer apprende dal suo "padre" e maestro i fondamenti della medicina e dell'ostetricia, ma non intende praticare aborti, pur rispettando chi fa questa scelta liberamente.
Un bel giorno parte, straziando il cuore del suo protettore e parte alla conoscenza del mondo, lavorando in un'azienda agricola che produce mele e sidro e conquistandosi l'affetto ed il calore di una famiglia. Conosce l'amore, il dolore, l'amicizia, la fatica del lavoro, mantendo però sempre un file rouge che lo lega alle sue origini, l'orfanotrofio e soprattutto il dottor Larch.
Alla fine, dopo aver trascorso la sua giovinezza ad aspettare... e poi si vedrà, è costretto a fare la scelta che deciderà del suo futuro.
Toccante il ritratto del mondo dell'orfanotrofio, dei bambini che aspettano di essere scelti, che la sera ascoltano la lettura di Davide Copperfield e il bacio del dottore.
Confesso che a un certo punto ho cercato di rallentare la lettura perchè mi ero affezionata ai personaggi, che non volevo lasciare... Bellissimo!