In un nebbioso pomeriggio di novembre, in una città della provincia francese, Eugene Malou si spara un colpo di pistola, dopo aver tentato invano di ottenere un prestito dal conte d'Estier.
L'uomo d'affari, dal passato oscuro, non lascia alla famiglia nemmeno i soldi per il funerale.
La moglie, che i familiari sospettano non abbia neppure venduto i gioelli per salvare la famiglia dalla bancarotta, abbandona la città e si rifugia a Parigi dalla sorella. La figlia, avvenente ragazza senza scrupoli, si stabilisce in un appartamento che l'amante, noto chirurgo sposato e con figli, le procura facendone l'amante ufficiale.
Solo il giovane figlio Alain, prese le distanze dalla famiglia, che per la prima volta vede con spietata crudezza, cerca di costrursi onestamente un'esistenza e nello stesso tempo intraprende la ricerca della verità su suo padre, che fino ad allora non aveva veramente conosciuto. Scoprirà il vero motivo del suicidio e soprattutto diventerà un uomo.
Mi aspettavo di più; Simenon è un grande scrittore che con poche righe riesce a far comprendere al lettore stati d'animo, atmosfere, situazioni complesse. Tuttavia ho trovato lo sviluppo della storia piuttosto superficiale e scontato. Aggiungo che per certi versi mi ha ricordato Gli Indifferenti di Moravia, di ben diverso spessore.
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