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venerdì 4 gennaio 2013

Limbo

Approfitto delle vacanze per postarvi il commento a qualche altro libro che ho letto in questi mesi. Comincio da "Limbo", un romanzo di Melania Mazzucco, una lettura piacevole, anche se devo riconoscere che sono un po' parziale nel mio giudizio visto si tratta di una scrittrice che a me piace molto, sia per la modalità di scrittura (stile, cura del registro linguistico, etc) che per l'accurato lavoro di ricerca che c'è dietro ogni suo libro (ricordate lo straordinario libro sul Tintoretto di cui vi avevo parlato diverso tempo fa?). Non è una scrittrice da un romanzo ogni sei mesi! Questo fa sì che i suoi libri non sono mai banali e si leggono sempre volentieri. In questo caso la Mazzucco affronta il tema delle donne nelle missioni "di pace" in zona di guerra attraverso la storia di Manuela Paris che, attraverso la realizzazione del suo sogno di diventare un alpino, cerca di emergere dalla vita scialba di provincia e dalle lacerazioni della sua famiglia. Ma tutto viene rimesso in gioco: Manuela è coinvolta in un sanguinoso attentato e si ritrova proiettata in un limbo in cui rimane come sospesa, nei ricordi, nel dolore, nella disillusione, cercando di rimettere insieme i cocci della propria vita andata in frantumi. Infatti "Niente è tornato indietro intero. Niente è sopravvissuto. Nè le cose nè le idee, nè le speranze nè i sogni nè i ricordi. Nemmeno lei". L'Autrice dipana la storia attraverso una narrazione su due piani paralleli: "live" dove vengono raccontati gli avvenimenti che si svolgono dopo il suo ritorno a casa, a Ladispoli, e "homework" dove c'è la narrazione di quanto è accaduto in precedenza e che noi ripercorriamo riscoprendolo pian piano insieme alla protagonista. E' come alzare lentamente un velo e non tanto sulla storia che, come spesso accade nei romanzi della Mazzucco, a un certo punto diventa poco rilevante, quanto sulle persone. Ognuno ha una sua storia, la sua vita, il suo limbo dove rimane imprigionato, ma dove è consapevole che c'è qualcosa di più a cui tendere e sperare. Alla fine ti accorgi che si tratta di un libro molto più complesso e il tema della donna soldato è solo uno spunto, l'interrogativo è più profondo. Le pagine di homework sono le più belle, in particolare le descrizioni dell'Afghanistan: ti sembra di esserci e mentre leggi da un momento all'altro ti aspetti che chiudendo il libro scivoli anche sul tuo pavimento la sabbia gialla e rossa del deserto di Farah. Se ne volete sapere di più c'è comunque un bel commento qui http://ilmiolibro.kataweb.it/booknews_dettaglio_recensione.asp?id_contenuto=3729293 .  Rosa

1 commento:

gloria group ha detto...

Rosa, ho scritto il mio post subito dopo che avevi pubblicato il tuo; l'ho letto dopo, ci siamo incrociate! Mi fa piacere risentirci. Ciao
Gloria