Cerca nel blog

martedì 28 ottobre 2008

prossimo incontro

Care amiche,
il prossimo incontro è fissato per GIOVEDI' 27 NOVEMBRE.
Cosa state leggendo? Rosa ha proposto " Aspetta Primavera Bandini ", del mitico John Fante ( abbiamo già parlato di Chiedi alla polvere ). Personalmente ho iniziato "On the road " di Kerouac, è uno di quei libri che vanno letti...vi saprò dire.
Comunque aspetto suggerimenti. Per chi ama i gialli consiglio "Quello che ti meriti" di Anne Holt, scrittrice norvegese di cui ho acquistato appunto questo romanzo al Pisa Book Festival. E' una psicologa criminale che è stata anche Ministro della Giustizia. La vicenda si snoda in lungo e largo per la Norvegia, da Oslo a Tromso, così ho potuto un po' viaggiare con la fantasia...
Gloria

domenica 7 settembre 2008

In attesa del prossimo incontro

Carissime amiche vi aggiorno, prima dell’incontro di settembre, sulle mie letture estive. Vi segnalo intanto un altro libro di Camilleri, “Privo di titolo”, appartenente al filone dei romanzi di ambientazione storica e decisamente originale per la sua struttura. Il romanzo è stato costruito su due reali fatti di cronaca e l’Autore intreccia nella narrazione elementi veritieri ed altri frutto di invenzione. La narrazione si apre con un ricordo d’infanzia: siamo nel 1941 a una manifestazione commemorativa di un caduto fascista, ma, rapidamente, il lettore viene posto, in un lunghissimo flashback, dentro la lontana vicenda accaduta vent’anni prima, nel 1921. Questa viene raccontata come se fosse la scena di un film: prima sono introdotti e descritti in modo incisivo i personaggi, poi la storia dell'agguato, una vera e propria “notte degli imbrogli” narrata in modo veramente originale tramite la moviola, i fermi immagine, i campi lunghi, i primi piani, mentre l'io narrante analizza i dettagli della scena che avranno una grande importanza nell'indagine. Alle parti di narrazione, secondo uno stile spesso utilizzato da Camilleri, si alternano documenti, verbali delle interrogazioni, testimonianze, articoli di giornale. Bellissimo in questi documenti l’utilizzo della lingua, una vera e propria “lingua fascista” ricca di retorica esaltatoria e toni propagandistici. E’ un romanzo centrato sulla mistificazione e non a caso, all’interno della vicenda, si inserisce la beffa spettacolare, ingegnosa, quasi surreale della cittadina di Mussolinia, costruita in onore al Duce e che esiste solo nell’illusione di un fotomontaggio. Su tutto però predomina la pietà che accomunale due vittime, l’accusato, innocente e perseguitato, e l’eroe fittizio, inconsapevole e defraudato della dignità di 'semplice morto privo di titolo'. Un consiglio, non perdetevelo!

Ho poi letto “L’armata perduta” di Valerio Massimo Manfredi: alla base di questo libro vi è l’Anabasi di Senofonte che documenta il viaggio che i diecimila mercenari greci che affrontarono il re persiano Artaserse nel IV secolo a.C. che l’Autore, archeologo e docente universitario, ha tradotto oltre ad aver studiato di persona i posti descritti nell’opera greca. Non aspettatevi un’opera letteraria, ma è una lettura piacevole e scorrevole, con una storia di fantasia, basata però su concreti fatti storici, capace di appassionare e di dare emozioni. Se penso alla noia mortale di tradurla al liceo!
La narrazione è particolare perché fatta da una donna, Abira che racconta, attraverso quindi il suo personale e particolare punto di vista, le atrocità della guerra, le insidie della natura, oltre che l’eroismo e l’onore dei “diecimila”. Sono proprio quest’ultimi, nella loro totalità, i veri protagonisti del romanzo.

Infine, per tornare alla letteratura, ho seguito il consiglio di Gloria (troverete il suo commento in un vecchio post) ed ho letto i “Vicerè” di Federico De Roberto, un romanzo che fu considerato dalla critica pesante, poco avvincente e non originale. A me è piaciuta invece la narrazione delle vicende dei principi di Francalanza, incatenati tra loro solo dal privilegio della casta e dalla difesa della loro superiorità sociale; sono descritti infatti mirabilmente, in modo da renderli palpabili, le meschinità, le inimicizie, la bramosia, i conflitti che dilaniano la famiglia. Pervade il romanzo l’immobilità della storia ed il disprezzo per la nobiltà borbonica che si coniuga però all’amaro disincanto per la Nuova Italia (da questo romanzo sicuramente sono stati tratti degli spunti per “Il Gattopardo”): i valori sono comunque la ricchezza, cercare il proprio interesse, raggiungere il potere, calpestando tutto e tutti e, come non si può fare a meno di pensare anche al mondo contemporaneo?

Un bacio a tutte

Rosa

domenica 17 agosto 2008

letture in corso

Care amiche ed amici,
nell'incontro di luglio avevamo parlato delle nostre ultime letture, tra cui La Porta, di una scrittrice ungherese, Storia della bruttezza, di Eco, vissuta come originalità; la vita è adesso ( tutti titoli suggeriti da Lucia ). Cristina aveva espresso il suo giudizio su "uomini che odiano le donne" di Larsson, thriller svedese facente parte dell'ormai celeberrima trilogia Millenium. Non è un romanzo rivelazione, tuttavia riesce ad avvincere nella sua trama poliziesca il lettore per ben 676 pagine, il che non è poco. Tragico il destino dell'autore che nel 2004, a 50 anni, è morto d'infarto proprio quando stavano uscendo i suoi 3 romanzi. Il libro ha vinto il premio dei librai svedesi. Cristina sottolinea l'episodio della violenza alla donna e della sua abilissima vendetta come pagine particolarmente riuscite; qualunque lettrice non può che solidarizzare con la protagonista...
Rosa, tra le molteplici letture citate, ci ha parlato del libro di Mario Calabresi "Spingendo la notte più in là", che ho letto anch'io, trovandolo molto bello. Lo consiglio veramente a tutti, perchè oltre ad essere un episodio di storia che noi del gruppo abbiamo vissuto, colpisce il tono dell'Autore, pacato e sereno, pur nella consapevolezza che quei fatti hanno segnato in modo durissimo la vita sua e della sua famiglia. E' veramente un esempio per tutti...
In questo momento sto leggendo Il Grande Gatsby in originale: devo dire che non è una lettura facile, ma ci provo.
Inserisco nel blog alcune foto della Norvegia, in particolare la vetrina del libraio di Oslo di cui vi avevo parlato. Rimane solo il rimpianto che il viaggio non sia stato più lungo!!
Spero che mettiate sul blog qualche foto delle vostre vacanze.
Arrivederci al 12 settembre ( Cristina, ti avevo dato una data sbagliata ).
Un abbraccio a tutti i lettori.
Gloria

venerdì 1 agosto 2008

vi scrivo dalla norvegia

Cari amici ed amiche, mi trovo a Bergen, nel cuore dei fiordi norvegesi. Dopo due giorni ad Oslo, abbiamo intrapreso il viaggio verso la regione dei fiordi ed ora siamo finalmente nella splendida Bergen.
Ah, dimenticavo, ad Oslo sono andata in libreria a cercare la trilogia Millenium! Naturalmente ce l'hanno in norvegese.. in inglese hanno solo il primo volume, il secondo esce ad agosto! Comunque ho fatto amicizia col libraio, un simpatico ragazzo che ci ha anche consigliato dove pranzare..
Sono tutti molto gentili, peccato che i treni siano un disastro ( in confronto i nostri per puntualita' sono tedeschi!)
Vi saluto e vi abbraccio
Gloria

venerdì 11 luglio 2008

Non solo Montalbano

Carissime, incuriosita dai commenti di Cristina durante l’ultimo incontro, ho letto “Maruzza Musumeci” di Camilleri. Si tratta, più che di un romanzo, di un racconto piacevolissimo ,da leggere tutto d’un fiato in un pomeriggio, che dimostra ancora una volta come Camilleri, anche se non produce capolavori letterari, sia veramente uno scrittore molto abile. A me piace molto il suo modo di scrivere e leggo con piacere i suoi romanzi, sia quelli del filone poliziesco che quelli “storici” ambientati alla fine dell’800 o all’inizio del ‘900 nell’immaginario paese di Vigata.
Maruzza Musumeci” appartiene a quest’ultimo filone, non si tratta del genere “romanzo storico” vero e proprio perché i riferimenti storici sono solo una cornice per rendere più vivo il racconto. Piuttosto è un racconto che si rifà alla tradizione orale contadina, l’Autore la definisce una favola, in cui realtà, fantasia e poesia si intrecciano.
Inizia come una novella verista, con la descrizione della cruda realtà dei braccianti siciliani di fine ‘800 per sfuggire alla quale Gnazio emigra in America, ma quando ritorna al suo paese, la narrazione abbandona il tono iniziale per entrare nel mito. Il mito viene ripreso in modo esplicito riportando nel testo i versi in greco tratti da alcuni libri dell’Odissea, ma non mancano altri riferimenti letterari come Andersen, Soldati, Tomasi di Lampedusa. Il tema non è nuovo, ma il racconto è fortemente permeato di sentimento e soprattutto di umanità. La lingua usata è il siciliano con una musicalità delle parole che ben si adatta al tema trattato e che fa percepire con intensità i colori ed i profumi di questa terra. Probabilmente il mio giudizio sarà influenzato positivamente dai ricordi della mia infanzia, comunque vi consiglio di leggerlo.

Se vi piace il modo di scrivere di Camilleri, sempre rimanendo nel filone “storico” vi consiglio “Un filo di fumo”, un piccolo romanzo che ho riletto subito dopo “ Maruzza Musumeci”. In analogia a “Madama Butterfly” il filo di fumo del titolo è quello di una nave che i cittadini di Vigata aspettano con ansia scrutando l’orizzonte. Qui però l’amore c’entra poco, è in ballo la probabile rovina di un commerciante di zolfo vissuta in modo completamente diverso dalla sua famiglia e dai concittadini: ovviamente non vi svelo il finale per non togliervi la sorpresa. L’azione si svolge praticamente tutta in un unico giorno (il 18 settembre 1890), raccontata in un unico capitolo in cui i vari paragrafi si succedono con un mutamento continuo di scena.
Lo sfondo storico è quello post-unità d’Italia con le sue delusioni, il contesto sociale è descritto mirabilmente con ironia, differenziando quelli che contano, ma che non per questo sono migliori, da quelli che invece socialmente non contano niente, i personaggi sono rappresentati argutamente in modo talmente realistico da imprimersi nella memoria. Alcuni di essi non sono originali (vedendo il piemontese sconcertato dalle dinamiche che si stanno svolgendo nel paese come non pensare al “Gattopardo”?), ma altri sono eccezionali. Particolare ad esempio il contrasto tra i due preti, ciascuno espressione di una diversa tipologia di Chiesa.
La lingua naturalmente è anche qui il siciliano arricchito da una serie di proverbi e modi di dire, espressione della saggezza popolare, che caratterizzano ulteriormente il contesto: non vi preoccupate però, per chi non ha radici specifiche e quindi non potrebbe coglierne a pieno il significato, in fondo al libro c’è un piccolo dizionario!

Ciao
Rosa

mercoledì 25 giugno 2008

tanti suggerimenti per le letture estive

Cristina, Gloria, Grazia e Rosa hanno sfornato un elenco di letture ben nutrito:

La ragazza che giocava col fuoco, di Larsson, secondo libro della trilogia Millenium ( il primo è l'ormai celeberimo Uomini che odiano le donne, che mi dice Claudio ora alla Gaia Scienza si trova ).

Maruzza Musumeci di Camilleri, narrazione epica favolistica legata ad una fiaba siciliana su personaggi omerici. Caratteristica di questa ennesima produzione del grande Camilleri è l'andamento per così dire musicale del testo.

Saggio sull'arte del leggere e dello scrivere di Dacia Maraini, che spiega ad esempio come la punteggiatura dia una connotazione ben precisa al discorso e come questo sia anche legato allo stile personale: ognuno ha un suo periodare.

Da anche consigli di letture.

Aspetto Primavera, Bandini di John Fante ( Claudio e Salvatore prendano nota ).

Menzogna e sortilegio di Dacia Maraini.

Ombre sotto il portico di Loriano Machiavelli ( autore di Sarti Antonio )

Necropolis di Boris Paur ( sulle foibe ).

Mia madre non mi ha mai spazzolato i capelli di Marylin French, dà una chiave di lettura della maternità come vincolo ( non so a voi, ma a me questo titolo fa subito venire sensi di colpa ).

Quel pasticciaccio brutto di via Merulana di Carlo Emilio Gadda, un poliziesco particolare per l'uso del "romanesco".

Mandala ( Buck ) incentrato sull'India, nel contrasto sul nuovo e l'antico.

La cattiva figlia di Carla Cerati. Tema: i rapporti con la madre.

Personalmente sto continuando la lettura del già citato " Uomini che odiano le donne " di Larsson ( a proposito, Cristina, ci sono stata in biblioteca, tutto fatto, ho la tua ricevuta, però mi sono dimenticata di chiedere se avevano La ragazza che giocava col fuoco...).

Ci ritroviamo il 17 luglio, spero in giardino, se non fa troppo caldo.
A presto
Gloria

lunedì 16 giugno 2008

"Il grande Gatsby"

Ho riletto con vero piacere “Il grande Gatsby”, forse il romanzo più famoso di Fitzgerald. Partendo da uno spunto autobiografico, come spesso avviene nelle sue opere, l’Autore descrive l’ambiente dorato dei ricchi di Long Island e delle loro ville al mare attraverso Nick Carraway, l’"Io narrante" che si presenta subito non come protagonista, ma come testimone oggettivo della tragica storia di Jay Gatsby, il suo vicino di casa, un personaggio misterioso, diventato ricchissimo con le illegalità del proibizionismo, famoso per le sue feste colossali. Per chi non ha letto il libro non voglio raccontare la storia, anche perché, riassunta in poche parole, rischierebbe di sembrare banale e non renderebbe giustizia al romanzo che è bellissimo, scritto con una prosa delicata ed efficace che riesce a mescolare sogno, illusione, malinconia. Fitzgerald rappresenta nei suoi romanzi il “mito americano” degli anni che vanno dalla fine della prima guerra mondiale alla grande crisi del 1929, un periodo caratterizzato da grande sviluppo, frenesia di successo, desiderio di onnipotenza, ma allo stesso tempo dalla delusione e dal fallimento. Gatsby incarna questo sogno, è partito dal nulla, ha fatto fortuna ed anche se è una persona disonesta in realtà lo è meno degli altri personaggi, chiusi nella mediocrità, nell’egoismo, nella superficialità. Daisy è una donna priva di speranza, senza sentimento e gioia di vivere, cinica, consapevole dei sentimenti di Gatsby per lei che accrescono la sua vanità, ma incapace di provare vero amore. Il marito, Tom Buchanan, è un uomo dalla doppia morale, per se stesso e per gli altri, abituato a giudicare le persone solo in base ai soldi ed a possedere tutto quello che vuole, siano donne o cose. I due coniugi non si amano veramente e non sono felici, ma di fronte al rischio dello sgretolarsi del loro mondo ritrovano una loro unità, senza curarsi di nessuno “sfracellavano cose e persone e poi si ritiravano nel loro denaro o nella loro ampia sbadataggine o in ciò che comunque li teneva uniti e lasciavano che altri mettessero a posto il pasticcio che avevano fatto”. Gli “amici” che frequentano la casa di Gatsby pensano esclusivamente a se stessi e non esitano ad abbandonarlo completamente quando non può più offrire loro lusso e divertimento. In questo mondo artificiale viene messa in evidenza la futilità della ricchezza e la sua capacità di distruggere ogni sentimento, ogni autentica felicità. Gatsby invece mantiene una sua profonda umanità, nel rincorrere il suo sogno, il suo amore impossibile per Daisy, per il quale cerca di realizzare la sua esistenza, nell’infrangersi delle sue illusioni, nella sua solitudine: Molto bello l’epilogo in cui Nick guardando prima di partire i luoghi dove si era svolta la storia ricorda il sogno dei marinai olandesi che sull’isola avevano fondato New York e pensa così al sogno di Gatsby "Pensai, mentre meditavo sull'antico mondo sconosciuto, allo stupore di Gatsby la prima volta che vide la luce verde all'estremità del molo di Daisy. Aveva fatto molta strada per giungere a questo prato azzurro e il suo sogno doveva essergli sembrato così vicino da non poter sfuggire più. Non sapeva che il sogno era già alle sue spalle... Gatsby credeva nella luce verde, il futuro orgiastico che anno per anno indietreggia davanti a noi. C’è sfuggito allora ma non importa: domani andremo più in fretta, allungheremo di più le braccia...e una bella mattina… Cosi continuiamo a remare, barche contro corrente, risospinti senza posa nel passato."
Ciao
Rosa