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martedì 7 aprile 2009

Il giovane Holden

Carissime,
avevo scritto tanto e ho perso tutto. Dal momento che sono stanca e ho sonno, per ora mi limito a dire che ci troveremo il 4 Maggio a parlare de " Il Giovane Holden " di Salinger, autore statunitense.
Un abbraccio speciale a Cristina. Buonanotte e a presto.
Gloria

1 commento:

Rosa ha detto...

Carissime, domani probabilmente non sarò presente al nostro incontro perché nel pomeriggio ho una riunione a Firenze (a meno che non venga rinviata all’ultimo momento). Se le Ferrovie non mi faranno brutti scherzi, spero almeno di riuscire a passare verso la fine dell’incontro per salutarvi. Vi scrivo comunque il mio contributo sul libro del mese che ho riletto con vero piacere. “Il giovane Holden” di Salinger è stato uno dei miei libri preferiti ai tempi del liceo, riletto in varie fasi della vita è stato sempre una lettura interessante e stimolante.
Lo stile dell’Autore è particolarmente coinvolgente: linguaggio colloquiale in prima persona, lessico e sintassi caratteristici del modo di esprimersi degli studenti degli anni’50, fraseggio apparentemente casuale tipico del racconto orale, capacità di tratteggiare con poche parole i personaggi. Holden è poi un personaggio che attrae: fragile, schietto, spontaneo, intollerante delle ingiustizie, capace di affetto e di sentimenti profondi. Penso che sia il tipo di libro in cui qualsiasi persona riesce a trovare un punto di contatto con le esperienze del protagonista: Holden esprime ad alta voce i pensieri anche banali che spontaneamente si affacciano alla nostra mente, percepisce l’insensatezza di una scuola che spesso soffoca l’intelligenza e porta avanti solo un sapere omologato, punta il dito contro una società in cui i rapporti tra le persone sono basati sull’ipocrisia e la falsità ed in cui spesso non ci sono veri valori, ma solo una facciata di rispettabilità. E’ così facile sentire vicino questo personaggio che ognuno forse ne ha dato la propria interpretazione personale. La generazione del ’68 l’ha sentito come un ribelle, un anticonformista che rifiutava il processo di socializzazione previsto dal mondo degli adulti; c’è chi lo considera un romanzo di formazione; c’è chi pensa che sia un ragazzo che cerca la verità al di fuori del mondo artificiale degli adulti, e così via. Io credo che fondamentalmente il romanzo rappresenti il disagio esistenziale di un adolescente che affronta le proprie inquietudini. Non sappiamo perché Holden è un ribelle, Salinger non ce lo spiega: è la sua personalità? È il rifiuto della società che lo circonda? O piuttosto è la morte del fratello che non è riuscito ancora a superare a provocare la rottura con il mondo esterno? Senza dubbio Holden è un giovane fragile e sensibile che si sente fuori posto tra i suoi compagni e nel rapporto con l’altro sesso, non è ancora pronto per vivere nel mondo degli adulti, ma non può tornare indietro nel mondo della sua infanzia che però rappresenta con la sorellina Phoebe un punto fermo da cui poter ricominciare. Il racconto delle esperienze vissute in un week-end ci mostra proprio questo suo non riuscire a sentirsi parte di niente, ma nello stesso tempo il suo desiderio di trovare una via d’uscita. Il titolo originale The Catcher in the Rye ("Colui che afferra tra la segale”) allude proprio al desiderio di fiducia e di accoglienza, a voler essere comunque afferrato da qualcuno per non perdersi. Il giovane Holden infatti può ancora salvarsi, ma deve trovare questi appigli per poter affrontare le ipocrisie del mondo senza esserne sopraffatto e trovare poi la sua strada nella vita per accettare il vivere quotidiano (“Ciò che distingue l'uomo immaturo è che vuole morire nobilmente per una causa, mentre ciò che distingue l'uomo maturo è che vuole umilmente vivere per essa”). Salinger non ci dà troppe spiegazioni, l’ha chiarito già nell’incipit che Holden ci racconterà solo alcune cose, quelle che si sente di condividere con noi, così come alla fine ancora ribadisce “ ecco tutto quello che sono disposto a raccontarvi”. D’altra parte ogni persona deve dare prima o poi la propria risposta al grande mistero delle anatre del laghetto di Central Park: dove vanno in inverno, quando il lago ghiaccia?, dove va ciascuno di noi nella sua vita?
Un abbraccio a tutte voi
Rosa