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mercoledì 27 febbraio 2008

Carissime, ho terminato l'altro libro di Jonathan Coe "La banda dei brocchi".
Prima dell'incontro di domani come di consueto condivido le mie impressioni.
A me è piaciuto moltissimo, mi ha regalato tante emozioni ed ha suscitato tanti ricordi.
E' un viaggio che comincia nell'Inghilterra del 1973 e percorre tutto un decennio, descrivendo la realtà quotidiana di un gruppo di adolescenti e delle loro famiglie, gli eventi di un microcosmo sullo sfondo dei quali ci sono la società, la cultura, la politica di un'epoca.
La tecnica è sempre quella del flash-back a cui Coe ci ha abituato: dall'incontro nel 2003 a Berlino di due giovani, Sophie e Patrick, figli di due dei protagonisti, parte il racconto di una storia che concentrandosi di volta in volta su un personaggio, allarga progressivamente lo sguardo al mondo che vi ruota intorno. Un romanzo corale con storie che si intrecciano tra di loro e che si intrecciano con la Storia, in un'Inghilterra divisa e scossa dalla violenza.
La narrazione è varia, si alternano punti di vista diversi, si ntrecciano articoli della rivista scolastica "La bacheca", appunti autobiografici, pagine di diario, lettere, …. , alla fine del romanzo abbiamo anche un flusso di coscienza (meno male con qualche residuo di punteggiatura rispetto a Joyce!): non sempre è facile da seguire, ma è avvincente.
Come in altri romanzi, penso ad esempio a "La pioggia prima che cada", la contestualizzazione avviene attraverso le descrizioni degli abiti, della musica, degli atteggiamenti.
Gradualmente accompagnamo i protagonisti nella loro esperienza liceale fino alle loro scelte successive, spesso forzate dagli avvenimenti, ma accompagnamo anche l'Inghilterra nel passaggio al thatcherismo.
Tanta ironia in questo romanzo, ma anche tanta nostalgia.
Un caro saluto.

Rosa

mercoledì 13 febbraio 2008

Gioco

Care amiche, dopo aver chiarito con Gloria l'equivoco relativo al libro "la pioggia prima che cada", vi propongo un gioco.
L'argomento ha a che vedere con i libri dal momento che trovate questo gioco (con relativa soluzione), in un libro il cui titolo vi svelerò poi.

Supponiamo che io disponga di 5 dischetti, tre di colore bianco e due di colore nero.
Chiamo tre persone in una stanza (supponiamo Gloria, Rosa e ... non ricordo altri nomi, diciamo Giovanna) e fisso sulla schiena di ciscuna di voi tre un dischetto.
In questo modo, ciascuna di voi può vedere il colore del dischetto posizionato sulla schiena delle altre due, ma non il proprio.
Il gioco consiste in questo:
Ognuna di voi deve indovinare il colore del dischetto che ha sulla propria schiena e, una volta indovinato deve uscire dalla stanza e venire da me dicendomi il colore del proprio dischetto e spiegandomi come ha fatto a indovinare.
Alcune semplici e intuitive regole sono:
-non potete parlare tra di voi, ne comunicare in altro modo
-non potete staccare il dischetto che avete sulla schiena
-non potete tirare a indovinare (né valgono calcoli di probabilità).

Il gioco inizia e una ipotetica giocatriche (diciamo Gloria, ma il discorso vale per tutte) vede che:
- le altre due hanno entrambe un dischetto di colore bianco
- nessuna delle due esce dalla stanza, il che significa che nessuna delle due ha indovinato (altrimenti verrebbe a dirmi la soluzione)

Tenete bene a mente che entrambe le informazioni sono preziose (cioè che Gloria vede due dischetti bianchi e che osserva che nessuna delle altre due ha indovinato) e ricordate che i dischetti disponibili sono in totale tre bianchi e due neri.

Di che colore è il dischetto che è fissato sulla schiena di Gloria ?

A presto.

venerdì 1 febbraio 2008

"La pioggia prima che cada"

Cari amici a che punto siete? Io ho terminato "La pioggia prima che cada" e condivido quindi le mie impressioni.
L'ho letto tutto d'un fiato sia perché la storia è riuscita a coinvolgermi sia perché Coe scrive, come sempre, in un modo piacevole e scorrevole.
Sinceramente mi sono piaciuti molto di più "La casa del sonno" e "La famiglia Winshaw" e credo che forse chi ha letto questi due libri può rimanere deluso perché non ritrova la stessa originalità o elementi come l'ironia, la coralità dei personaggi, l'analisi sociale e storica.
Ho ritrovato con "La casa del sonno" alcune corrispondenze come la tematica dell'omosessualità e soprattutto la bella scena della spiaggia in riva al lago.
Credo comunque che sia giusto che uno scrittore non sia ripetitivo e possa cimentarsi in esperienze narrative diverse. In questo romanzo la trama è più lineare, il tono più uniforme.
Mi è piaciuto l'espediente delle fotografie attraverso le quali Rosamond, in prima persona, racconta ad Imogen la sua storia e
ricostruisce le vicende di una famiglia attraverso tre generazioni, dalla seconda guerra mondiale al nuovo millennio: il racconto perde in approfondimento, ma ne guadagna in scorrevolezza ed in coinvolgimento. Come spesso avviene, il flusso dei ricordi non segue una linea logica e temporale precisa, ma affiora in modo disomogeneo suscitato dalle immagini che anche noi, come Imogen, non possiamo vedere, ma Rosamond con le sue descrizioni ci immerge nei colori e nei profumi del paesaggio inglese, ci fa conoscere i vari personaggi e ci fa avvertire lo scorrere del tempo.
Oltre la memoria una tematica fondamentale è l'anaffettività materna che segna in maniera inesorabile, nel corso delle generazioni, il destino dei personaggi che sono allo stesso tempo vittime e carnefici: il dolore di non essere amati genera a sua volta dolore e disperazione, l'aridità produce aridità, le ferite subite non guariscono mai. Il
passato in realtà non passa mai completamente e continua a manifestarsi nell'esistenza delle persone, condizionandone scelte e comportamenti. Mi ha colpito che paradossalmente a volte gli artefici di questo enorme dolore sono in altri contesti persone apprezzatissime, a dimostrazione del fatto che un individuo è psicologicamente complesso e presenta sempre diverse sfaccettature.
La fine, ma non la voglio anticipare, mi è piaciuta meno perché mi è sembrata per le troppe coincidenze davvero forzata.
Bello invece il titolo che esprime la domanda di fondo che percorre il libro: nei destini delle persone c'è un disegno, un senso, oppure tutto è frutto di coincidenze? una domanda che rimane senza risposta, perché se la rivelazione, come la pioggia prima che cada, è comprensibile nel pensiero, non è possibile nella realtà.

Inserisco i link di una recensione che mi è sembrata interessante e di una intervista con l'autore.
http://www.stradanove.net/news/testi/libri-07b/lapic1211071.html

http://www.stradanove.net/news/testi/libri-07b/lapic1911071.html

Aspetto le vostre impressioni

Rosa