Carissime, ho terminato l'altro libro di Jonathan Coe "La banda dei brocchi".
Prima dell'incontro di domani come di consueto condivido le mie impressioni.
A me è piaciuto moltissimo, mi ha regalato tante emozioni ed ha suscitato tanti ricordi.
E' un viaggio che comincia nell'Inghilterra del 1973 e percorre tutto un decennio, descrivendo la realtà quotidiana di un gruppo di adolescenti e delle loro famiglie, gli eventi di un microcosmo sullo sfondo dei quali ci sono la società, la cultura, la politica di un'epoca.
La tecnica è sempre quella del flash-back a cui Coe ci ha abituato: dall'incontro nel 2003 a Berlino di due giovani, Sophie e Patrick, figli di due dei protagonisti, parte il racconto di una storia che concentrandosi di volta in volta su un personaggio, allarga progressivamente lo sguardo al mondo che vi ruota intorno. Un romanzo corale con storie che si intrecciano tra di loro e che si intrecciano con la Storia, in un'Inghilterra divisa e scossa dalla violenza.
La narrazione è varia, si alternano punti di vista diversi, si ntrecciano articoli della rivista scolastica "La bacheca", appunti autobiografici, pagine di diario, lettere, …. , alla fine del romanzo abbiamo anche un flusso di coscienza (meno male con qualche residuo di punteggiatura rispetto a Joyce!): non sempre è facile da seguire, ma è avvincente.
Come in altri romanzi, penso ad esempio a "La pioggia prima che cada", la contestualizzazione avviene attraverso le descrizioni degli abiti, della musica, degli atteggiamenti.
Gradualmente accompagnamo i protagonisti nella loro esperienza liceale fino alle loro scelte successive, spesso forzate dagli avvenimenti, ma accompagnamo anche l'Inghilterra nel passaggio al thatcherismo.
Tanta ironia in questo romanzo, ma anche tanta nostalgia.
Un caro saluto.
Rosa